Page 1187 - Giorgio Vasari
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d'importanza;  alle  quali  tutte,  benché  fussero  in  diversi  luoghi  e
               lontane l'una dall'altra, di maniera suppliva che non mancò mai da
               fare  a  niuna:  perché  dove  egli  alcuna  volta  non  poteva  così  tosto
               essere, serviva l'aiuto di Batista suo fratello. Le quali cinque opere
               erano:  la  detta  fortezza  di  Fiorenza,  quella  d'Ancona,  l'opera  di

               Loreto, il palazzo apostolico et il pozzo d'Orvieto. Morto poi Clemente
               e  creato  sommo  pontefice  Paulo  Terzo  Farnese,  venne  Antonio,
               essendo  stato  amico  del  Papa  mentre  era  cardinale,  in  maggior

               credito.  Per  che  avendo  Sua  Santità  fatto  duca  di  Castro  il  signor
               Pierluigi suo figliuolo, mandò Antonio a fare il disegno della fortezza
               che quel Duca vi fece fondare, e del palazzo che è in sulla piazza,
               chiamato l'Osteria, e della zecca, che è nel medesimo luogo murata
               di  trevertino  a  similitudine  di  quella  di  Roma.  Né  questi  disegni

               solamente fece Antonio in quella città, ma ancora molti altri di palazzi
               et  altre  fabbriche  a  diverse  persone  terrazzane  e  forestiere,  che
               edificarono con tanta spesa, che a chi non le vede pare incredibile,

               così  sono  tutte  fatte  senza  risparmio,  ornate  et  agiatissime.  Il  che
               non ha dubbio fu fatto da molti per far piacere al Papa, essendo che
               anco con questi mezzi, secondo l'umore de' principi, si vanno molto
               procacciando  favori.  Il  che  non  è  se  non  cosa  lodevole,  venendone
               commodo, utile e piacere all'universale.

               L'anno  poi  che  Carlo  Quinto  imperadore  tornò  vittorioso  da  Tunizi,

               essendogli  stati  fatti  in  Messina,  in  Puglia  et  in  Napoli  onoratissimi
               archi,  pel  trionfo  di  tanta  vettoria,  e  dovendo  venire  a  Roma,  fece
               Antonio  al  palazzo  di  San  Marco,  di  comessione  del  Papa,  un  arco
               trionfale di legname in sotto squadra, acciò che potesse servire a due

               strade, tanto bello, che per opera di legname non s'è mai veduto il
               più superbo né il più proporzionato. E se in cotale opera fusse stata la
               superbia e la spesa de' marmi come vi fu studio, artifizio e diligenza
               nell'ordine  e  nel  condurlo,  si  sarebbe  potuto  meritamente,  per  le

               statue e storie dipinte et altri ornamenti, fra le sette moli del mondo
               annoverare. Era questo arco, posto in sull'ultimo canto che volge alla
               piazza  principale,  d'opera  corinta  con  quattro  colonne  tonde  per
               banda messe d'argento, et i capitegli intagliati con bellissime foglie

               tutti  messi  d'oro  da  ogni  banda,  erano  bellissimi  architravi,  fregii  e
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