Page 1170 - Giorgio Vasari
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Morosino  et  il  Doni.  Fece  ancora  per  don  Giulio  Clovio,  rarissimo
               miniatore, in una carta San Giorgio a cavallo che amazza il serpente,
               nella  quale,  ancor  che  fusse,  si  può  dire,  delle  prime  cose  che
               intagliasse,  si  portò  molto  bene.  Appresso,  perché  Enea  aveva
               l'ingegno  elevato  e  disideroso  di  passare  a  maggiori  e  più  lodate

               imprese,  si  diede  agli  studii  dell'antichità,  e  particolarmente  delle
               medaglie  antiche:  delle  quali  ha  mandato  fuori  più  libri  stampati,
               dove  sono  l'effigie  vere  di  molti  imperadori  e  le  loro  mogli,  con

               l'inscrizioni e riversi di tutte le sorti, che possono arecare a chi se ne
               diletta  cognizione  e  chiarezza  delle  storie.  Di  che  ha  meritato  e
               merita gran lode. E chi l'ha tassato ne' libri delle medaglie, ha avuto il
               torto:  perciò  che  chi  considererà  le  fatiche  che  ha  fatto  e  quanto
               siano  utili  e  belle,  lo  scuserà  se  in  qualche  cosa  di  non  molta

               importanza avesse fallato; e quelli errori che non si fanno se non per
               male informazioni, o per troppo credere o avere, con qualche ragione,
               diversa openione dagl'altri, sono degni di esser scusati: perché di così

               fatti  errori  hanno  fatto  Aristotile,  Plinio  e  molti  altri.  Disegnò  anco
               Enea, a commune sodisfazione et utile degl'uomini, cinquanta abiti di
               diverse nazzioni, cioè come costumano di vestire in Italia, in Francia,
               in Ispagna, in Portogallo, in Inghilterra, in Fiandra et in altre parti del
               mondo,  così  gl'uomini  come  le  donne,  e  così  i  contadini  come  i

               cittadini. Il che fu cosa d'ingegno e bella e capricciosa. Fece ancora
               un albero di tutti gl'imperadori, che fu molto bello. Et ultimamente,
               dopo  molti  travagli  e  fatiche,  si  riposa  oggi  sotto  l'ombra  d'Alfonso

               Secondo, duca di Ferrara: al quale ha fatto un albero della genealogia
               de' marchesi e duchi estensi. Per le quali tutte cose, e molte altre che
               ha fatto e fa tuttavia, ho di lui voluto fare questa onorata memoria
               fra tanti virtuosi.

               Si  sono  adoperati  intorno  agl'intagli  di  rame  molti  altri,  i  quali,  se
               bene  non  hanno  avuto  tanta  perfezzione,  hanno  nondimeno  con  le

               loro fatiche giovato al mondo e mandato in luce molte storie et opere
               di  maestri  eccellenti,  e  dato  commodità  di  vedere  le  diverse
               invenzioni e maniere de' pittori a coloro che non possono andare in
               que'  luoghi  dove  sono  l'opere  principali,  e  fatto  avere  cognizione

               agl'oltramontani di molte cose che non sapevano. Et ancor che molte
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