Page 1168 - Giorgio Vasari
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trasformazioni. Ma di queste non fece il disegno il Rosso se non di
               due, perché venuto col Baviera in diferenza, esso Baviera ne fece fare
               dieci a Perino del Vaga. Le due del Rosso furono il ratto di Proserpina
               e Fillare trasformato in cavallo. E tutte furono dal Caraglio intagliate
               con tanta diligenza che sempre sono state in pregio. Dopo cominciò il

               Caraglio, per il Rosso, il ratto delle Sabine, che sarebbe stato cosa
               molto  rara,  ma  sopravenendo  il  sacco  di  Roma  non  si  poté  finire,
               perché il Rosso andò via e le stampe tutte si perderono. E se bene

               questa  è  venuta  poi  col  tempo  in  mano  degli  stampatori,  è  stata
               cattiva cosa, per avere fatto l'intaglio chi non se ne intendeva, e tutto
               per  cavar  danari.  Intagliò  appresso  il  Caraglio,  per  Francesco
               Parmigiano, in una carta lo sposalizio di Nostra Donna et altre cose
               del  medesimo,  e  dopo  per  Tiziano  Vecellio  in  un'altra  carta  una

               Natività, che già aveva esso Tiziano dipinta, che fu bellissima. Questo
               Gian Iacomo Caraglio, dopo aver fatto molte stampe di rame, come
               ingegnoso  si  diede  a  intagliare  cammei  e  cristalli,  in  che  essendo

               riuscito non meno eccellente che in fare le stampe di rame, ha atteso
               poi appresso al re di Pollonia non più alle stampe di rame, come cosa
               bassa, ma alle cose delle gioie, a lavorare d'incavo et all'architettura.
               Per che essendo stato largamente premiato dalla liberalità di quel re,
               ha  speso  e  rinvestito  molti  danari  in  sul  parmigiano  per  ridursi  in

               vecchiezza  e  godere  la  patria  e  gli  amici  e'  discepoli  suoi  e  le  sue
               fatiche di molti anni.

               Dopo costoro è stato eccellente negli intagli di rame Lamberto Suave,
               di  mano  del  quale  si  veggiono  in  tredici  carte  Cristo  con  i  dodici
               Apostoli condotti, quanto all'intaglio, sottilmente a perfezzione. E se

               gli avesse avuto nel disegno più fondamento, come si conosce fatica,
               studio  e  diligenza  nel  resto,  così  sarebbe  stato  in  ogni  cosa
               maraviglioso, come apertamente si vede in una carta piccola d'un San
               Paulo  che  scrive,  et  in  una  carta  maggiore  una  storia  della

               resurrezzione di Lazzaro, nella quale si veggiono cose bellissime, e
               particolarmente  è  da  considerare  il  foro  d'un  sasso  nella  caverna,
               dove  finge  che  Lazzaro  sia  sepolto,  et  il  lume  che  dà  addosso  ad
               alcune figure, perché è fatto con bella e capricciosa invenzione.

               Ha  similmente  mostrato  di  valere  assai  in  questo  esercizio
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