Page 1167 - Giorgio Vasari
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Non è anco stata se non lodevole invenzione l'essere stato trovato il
               moda da intagliare le stampe più facilmente che col bulino, se bene
               non  vengono  così  nette,  cioè  con  l'acqua  forte,  dando  prima  in  sul
               rame una coverta di cera, o di vernice, o colore a olio, e disegnando
               poi con un ferro, che abbia la punta sottile, che sgraffi la cera o la

               vernice  o  il  colore  che  sia;  per  che  messavi  poi  sopra  l'acqua  da
               partire, rode il rame di maniera che lo fa cavo, e vi si può stampare
               sopra. E di questa sorte fece Francesco Parmigiano molte cose piccole

               che  sono  molto  graziose,  sì  come  una  Natività  di  Cristo,  quando  è
               morto e pianto dalle Marie, uno de' panni di cappella fatti col disegno
               di Raffaello; e molte altre cose.

               Dopo  costoro  ha  fatto  cinquanta  carte  di  paesi  varii  e  belli  Batista
               pittore vicentino e Battista del Moro veronese. Et in Fiandra ha fatto
               Ieronimo  Coca  l'arti  liberali;  et  in  Roma  fra'  Bastiano  viniziano  la

               Visitazione  della  Pace,  e  quella  di  Francesco  Salviati  della
               Misericordia; la festa di Testaccio, oltre a molte opere, che ha fatto in
               Vinezia Battista Franco pittore, e molti altri maestri. Ma per tornare
               alle stampe semplici di rame, dopo che Marcantonio ebbe fatto tante

               opere,  quanto  si  è  detto  di  sopra,  capitando  in  Roma  il  Rosso,  gli
               persuase il Baviera che facesse stampare alcuna delle cose sue, onde
               egli fece intagliare a Gian Iacopo del Caraglio veronese, che allora
               aveva  bonissima  mano  e  cercava  con  ogni  industria  d'imitare

               Marcantonio,  una  sua  figura  di  notomia  secca,  che  ha  una  testa  di
               morte in mano, e siede sopra un serpente, mentre un cigno canta. La
               quale carta riuscì di maniera, che il medesimo fece poi intagliare, in
               carte  di  ragionevole  grandezza,  alcuna  delle  forze  d'Ercole:

               l'ammazzar dell'Idra, il combatter col Cerbero, quando uccide Cacco,
               il rompere le corna al toro, la battaglia de' centauri, e quando Nesso
               centauro mena via Deianira. Le quali carte riuscirono tanto belle e di
               buono intaglio, che il medesimo Iacopo condusse, pur col disegno del

               Rosso, la storia delle Piche, le quali, per voler contendere e cantare a
               pruova et a gara con le Muse, furono convertite in cornacchie. Avendo
               poi il Baviera fatto disegnare al Rosso, per un libro, venti dèi posti in
               certe nicchie con i loro instrumenti, furono da Gian Iacopo Caraglio

               intagliati  con  bella  grazia  e  maniera,  e  non  molto  dopo  le  loro
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