Page 1158 - Giorgio Vasari
P. 1158
una briglia, et un paese minutissimo; et appresso un Santo Eustachio
inginocchiato dianzi al cervio che ha il Crucifisso fra le corna: la quale
carta è mirabile, e massimamente per la bellezza d'alcuni cani in
varie attitudini, che non possono essere più belli. E fra i molti putti
che egli fece in diverse maniere per ornamenti d'armi e d'imprese, ne
fece alcuni che tengono uno scudo, dentro al quale è una morte con
un gallo per cimieri, le cui penne sono in modo sfilate, che non è
possibile fare col bulino cosa di maggior finezza. Et ultimamente
mandò fuori la carta del San Ieronimo che scrive et è in abito di
cardinale, col lione a' piedi che dorme; et in questa finse Alberto una
stanza con finestre di vetri, nella quale, percotendo il sole, ribatte i
razzi là dove il Santo scrive, tanto vivamente, che è una maraviglia;
oltre che vi sono libri, oriuoli, scritture e tante altre cose, che non si
può in questa professione far più, né meglio. Fece poco dopo, e fu
quasi dell'ultime cose sue, un Cristo con i dodici Apostoli, piccoli,
l'anno 1523. Si veggiono anco di suo molte teste di ritratti naturali in
istampa, come Erasmo Roterodamo, il cardinale Alberto di
Brandinburgo elettore dell'imperio, e similmente quello di lui stesso.
Né con tutto che intagliasse assai, abbandonò mai la pittura, anzi di
continuo fece tavole, tele et altre dipinture tutte rare, e, che è più,
lasciò molti scritti di cose attinenti all'intaglio, alla pittura, alla
prospettiva et all'architettura. Ma per tornare agl'intagli delle stampe,
l'opere di costui furono cagione che Luca d'Olanda seguitò quanto
poté le vestigia d'Alberto. E dopo le cose dette, fece quattro storie
intagliate in rame de' fatti di Ioseffo, i quattro Evangelisti, i tre Angeli
che apparvero ad Abraam nella valle Mambrè, Susanna nel bagno,
Davit che ora, Mardocheo che triomfa a cavallo, Lotto innebbriato
dalle figliuole, la creazzione d'Adamo e d'Eva, il comandar loro Dio
che non mangino del pomo d'un alberto che Egli mostra, Caino che
amazza Abel suo fratello: le quali tutte carte uscirono fuori l'anno
1529. Ma quello che più che altro diede nome e fama a Luca, fu una
carta grande, nella quale fece la Crucifissione di Gesù Cristo, et
un'altra dove Pilato lo mostra al popolo dicendo: "Ecce homo". Le
quali carte, che sono grandi e con gran numero di figure, sono tenute
rare; sì come è anco una conversione di San Paolo e l'essere menato