Page 1157 - Giorgio Vasari
P. 1157

d'Alberto nelle sue opere.
               Dopo le quali cose, andatosene Marcantonio a Roma, si diede tutto al

               disegno. Et Alberto tornato in Fiandra, trovò un altro emulo che già
               aveva cominciato a fare di molti intagli sottilissimi a sua concorrenza:
               e questi fu Luca d'Olanda, il quale, se bene non aveva tanto disegno
               quanto Alberto, in molte cose nondimeno lo paragonava col bulino.

               Fra le molte cose che costui fece, e grandi e belle, furono le prime,
               l'anno  1509,  due  tondi:  in  uno  de'  quali  Cristo  porta  la  croce,  e
               nell'altro  è  la  sua  Crucifissione.  Dopo  mandò  fuori  un  Sansone,  un
               Davit a cavallo et un San Pietro martire con i suoi percussori. Fece poi

               in una carta in rame un Saul a sedere e Davit giovinetto che gli suona
               intorno.  Né  molto  dopo,  avendo  acquistato  assai,  fece  in  un
               grandissimo  quadro  di  sottilissimo  intaglio,  Virgilio  spenzolato  dalla
               finestra nel cestone, con alcune teste e figure tanto maravigliose, che

               elle  furono  cagione  che,  assottigliando  Alberto  per  questa
               concorrenza  l'ingegno,  mandasse  fuori  alcune  carte  stampate  tanto
               eccellenti,  che  non  si  può  far  meglio.  Nelle  quali  volendo  mostrare
               quanto  sapeva,  fece  un  uomo  armato  a  cavallo,  per  la  fortezza

               umana, tanto ben finito, che vi si vede il lustrare dell'arme e del pelo
               d'un cavallo nero; il che fare è difficile in disegno. Aveva questo uomo
               forse  la  morte  vicina,  il  tempo  in  mano  et  il  diavolo  dietro.  Evvi
               similmente un can peloso, fatto con le più difficili sottigliezze che si

               possino fare nell'intaglio.
               L'anno 1512 uscirono fuori di mano del medesimo sedici storie piccole

               in  rame  della  Passione  di  Gesù  Cristo,  tanto  ben  fatte,  che  non  si
               possono vedere le più belle, dolci e graziose figurine, né che abbiano
               maggior  rilievo.  Da  questa  medesima  concorrenza  mosso  il  detto
               Luca d'Olanda, fece dodici pezzi simili e molti begli, ma non già così

               perfetti nell'intaglio e nel disegno. Et oltre a questi, un S. Giorgio, il
               quale conforta la fanciulla che piagne per aver a essere dal serpente
               devorata,  un  Salamone  che  adora  gli  idoli,  il  Battesimo  di  Cristo,
               Piramo e Tisbe, Asuero e la regina Ester ginocchioni. Dall'altro canto

               Alberto, non volendo essere da Luca superato, né in quantità né in
               bontà  d'opere,  intagliò  una  figura  nuda  sopra  certe  nuvole,  e  la
               Temperanza con certe ale mirabili, con una coppa d'oro in mano, et
   1152   1153   1154   1155   1156   1157   1158   1159   1160   1161   1162