Page 1132 - Giorgio Vasari
P. 1132
VITA DI BACCIO D'AGNOLO ARCHITETTORE FIORENTINO
Sommo piacere mi piglio alcuna volta nel vedere i principii
degl'artefici nostri, per veder salire molto tallora di basso in alto, e
specialmente nell'architettura; la scienza della quale non è stata
esercitata da parecchi anni a dietro se non da intagliatori o da
persone soffistiche, che facevano professione sanza saperne pure i
termini et i primi principii d'intendere la prospettiva. E pur è vero che
non si può esercitare l'architettura perfettamente se non da coloro
che hanno ottimo giudizio e buon disegno, o che in pitture, sculture o
cose di legname abbiano grandemente operato. Conciò sia che in
essa si misurano i corpi delle figure loro, che sono le colonne, le
cornici, i basamenti e tutti l'ordin di quella; i quali a ornamento delle
figure son fatti, e non per altra cagione. E per questo i legnaiuoli, di
continuo maneggiandogli, diventano in ispazio di tempo architetti; e
gli scultori similmente, per lo situare le statue loro, e per fare
ornamenti a sepolture et altre cose tonde, col tempo l'intendono; et il
pittore, per le prospettive e per la varietà dell'invenzioni, e per i
casamenti da esso tirati, non può fare che le piante degl'edificii non
faccia; attesoché non si pongono case né scale ne' piani dove le
figure posano, che la prima cosa non si tiri l'ordine e l'architettura.
Lavorando dunque di rimessi Baccio nella sua giovanezza
eccellentemente, fece le spalliere del coro di Santa Maria Novella
nella capella maggiore, nella quale sono un San Giovanni Battista et
un San Lorenzo bellissimi. D'intaglio lavorò l'ornamento della
medesima capella e quello dell'altar maggiore della Nunziata,
l'ornamento dell'organo di Santa Maria Novella et altre infinite cose, e
publiche e private, nella sua patria Fiorenza. Della quale partendosi,
andò a Roma, dove attese con molto studio alle cose d'architettura e,
tornato, fece per la venuta di papa Leone Decimo, in diversi luoghi,
archi trionfali di legname. Ma per tutto ciò non lasciando mai la
bottega, vi dimoravano assai con esso lui, oltre a molti cittadini, i
migliori e primi artefici dell'arte nostre; onde vi si facevano,