Page 1129 - Giorgio Vasari
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adoperò talmente il Granacci, ancor che fusse giovinetto, che ne fu
               sommamente lodato. Né tacerò qui che il detto Lorenzo de' Medici fu
               primo inventore, come altra volta è stato detto, di quelle mascherate
               che rappresentano alcuna cosa e sono detti a Firenze canti, non si
               trovando che prima ne fussero state fatte in altri tempi.

               Fu similmente adoperato il Granacci l'anno 1513 negl'apparati che si

               fecero, magnifici e sontuosissimi, per la venuta di papa Leone Decimo
               de' Medici, da Iacopo Nardi, uomo dottissimo e di bellissimo ingegno;
               il  quale,  avendogli  ordinato  il  magistrato  degl'Otto  di  pratica  che
               facesse  una  bellissima  mascherata,  fece  rapresentare  il  trionfo  di

               Camillo. La quale mascherata, per quanto apparteneva al pittore, fu
               dal  Granacci  tanto  bene  ordinata  a  bellezza  et  adorna,  che  meglio
               non  può  alcuno  immaginarsi.  E  le  parole  della  canzona  che  fece
               Iacopo cominciavano:



               Contempla in quanta gloria sei salita,

               felice alma Fiorenza,

               poi che dal ciel discesa



               e quello che segue.
               Fece  il  Granacci  pel  medesimo  apparato,  e  prima  e  poi,  molte

               prospettive da comedia, e stando col Grillandaio lavorò stendardi da
               galea,  bandiere  et  insegne  d'alcuni  cavalieri  a  sproni  d'oro
               nell'entrare publicamente in Firenze, e tutto a spese de' capitani di
               Parte  Guelfa,  come  allora  si  costumava  e  si  è  fatto  anco,  non  ha

               molto, a' tempi nostri. Similmente, quando si facevano le potenze e
               l'armegerie, fece molte belle invenzioni d'abbigliamenti et acconcimi.
               La quale maniera di feste che è propria de' fiorentini et è piacevole
               molto vedendosi uomini quasi ritti del tutto a cavallo, in sulle staffe

               cortissime, rompere la lancia con quella facilità che fanno i guerrieri
               ben serrati nell'arcione, si fecero tutti per la detta venuta di Leone a
               Firenze. Fece anco, oltre all'altre cose, il Granacci un bellissimo arco
               trionfale dirimpetto alla porta di Badia, pieno di storie di chiaro scuro
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