Page 1130 - Giorgio Vasari
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con  bellissime  fantasie.  Il  quale  arco  fu  molto  lodato,  e

               particolarmente per l'invenzione dell'architettura e per aver finto, per
               l'entrata  della  via  del  palagio,  il  ritratto  della  medesima  porta  di
               Badia con le scalee et ogni altra cosa, che tirata in prospettiva non
               era  dissimile  la  dipinta  e  posticcia  dalla  vera  e  propria.  E  per

               ornamento del medesimo arco fece di terra alcune figure di rilievo di
               sua  mano  bellissime,  et  in  cima  all'arco  in  una  grande  inscrizione,
               queste parole: "Leoni X pontifici maximo fidei cultori".

               Ma  per  venire  oggimai  ad  alcune  opere  del  Granacci  che  sono  in
               essere,  dico  che,  avendo  egli  studiato  il  cartone  di  Michelagnolo,

               mentre che esso Buonarroto per la sala grande di palazzo il faceva,
               acquistò  tanto  e  di  tanto  giovamento  gli  fue,  che,  essendo
               Michelagnolo  chiamato  a  Roma  da  papa  Giulio  Secondo  perché
               dipignesse la volta della capella di palazzo, fu il Granacci de' primi,

               ricerchi  da  Michelagnolo,  che  gl'aiutassero  colorire  a  fresco
               quell'opera, secondo i cartoni che esso Michelagnolo avea fatto. Bene
               è  vero  che,  non  piacendogli  poi  la  maniera  né  il  modo  di  fare  di
               nessuno, trovò via senza licenziarli, chiudendo la porta a tutti e non si

               lasciando vedere, che tutti se ne tornarono a Fiorenza; dove dipinse il
               Granacci  a  Pierfrancesco  Borgherini,  nella  sua  casa  di  borgo  Santo
               Apostolo  in  Fiorenza,  in  una  camera  dove  Iacopo  da  Puntormo,
               Andrea  del  Sarto  e  Francesco  Ubertini  avevano  fatto  molte  storie

               della vita di Ioseffo, sopra un lettuccio, una storia a olio de' fatti del
               medesimo in figure piccole, fatte con pulitissima diligenza e con vago
               e  bel  colorito;  et  una  prospettiva,  dove  fece  Giuseppo  che  serve
               Faraone, che non può essere più bella in tutte le parti. Fece ancora al

               medesimo, pure a olio, una Trinità in un tondo, cioè un Dio Padre che
               sostiene un Crucifisso. E nella chiesa di San Pier Maggiore è in una
               tavola  di  sua  mano  un'Assunta  con  molti  Angeli  e  con  un  San
               Tommaso  al  quale  ella  dà  la  cintola,  figura  molto  graziosa  e  ch'è

               svolta tanto bene, che pare di mano di Michelagnolo; e così fatta è
               anco la Nostra Donna. Il disegno delle quali due figure di mano del
               Granacci, è nel nostro libro con altri fatti similmente da lui. Sono dalle
               bande  di  questa  tavola  S.  Paulo,  San  Lorenzo,  S.  Iacopo  e  S.

               Giovanni,  che  sono  tutte  così  belle  figure,  che  questa  è  tenuta  la
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