Page 1128 - Giorgio Vasari
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VITA DI FRANCESCO GRANACCI PITTORE FIORENTINO
Grandissima è la ventura di quegli artefici che si accostano, o nel
nascere o nelle compagnie che si fanno in fanciullezza, a quegl'uomini
che il cielo ha eletto per segnalati e superiori agl'altri nelle nostre
arti: atteso che fuor di modo s'acquista e bella e buona maniera nel
vedere i modi del fare e l'opere degl'uomini eccellenti; senzaché anco
la concorrenza e l'emulazione ha, come in altro luogo si è detto, gran
forza negl'animi nostri.
Francesco Granacci, adunque, del quale si è di sopra favellato, fu uno
di quegli che dal Magnifico Lorenzo de' Medici fu messo a imparare
nel suo giardino; onde avvenne che, conoscendo costui ancor
fanciullo il valore e la virtù di Michelagnolo, e quanto crescendo fusse
per produrre grandissimi frutti, non sapeva mai levarsegli d'attorno;
anzi, con sommessione et osservanza incredibile, s'ingegnò sempre di
andar secondando quel cervello. Di maniera che Michelagnolo fu
forzato amarlo sopra tutti gl'altri amici et a confidar tanto in lui, che a
niuno più volentieri che al Granaccio conferì mai le cose, né comunicò
tutto quello che allora sapeva nell'arte.
E così essendo ambidue stati insieme di compagnia in bottega di
Domenico Grillandai, avvenne, perché il Granacci era tenuto dei
giovani del Grillandai il migliore e quegli che avesse più grazia nel
colorire a tempera e maggior disegno, che egli aiutò a Davitte e
Benedetto Grillandai, fratelli di Domenico, a finire la tavola dell'altare
maggiore di Santa Maria Novella, la quale per la morte di esso
Domenico era rimasa imperfetta. Nel quale lavoro il Granaccio
acquistò assai. E dopo fece della medesima maniera che è detta
tavola, molti quadri che sono per le case de' cittadini, et altri che
furono mandati di fuori. E perché era molto gentile e valeva assai in
certe galanterie che per le feste di carnovale si facevano nella città,
fu sempre in molte cose simili dal Magnifico Lorenzo de' Medici
adoperato; ma particolarmente nella mascherata, che rappresentò il
trionfo di Paulo Emilio della vittoria, che egli ebbe, di certe nazzioni
straniere; nella quale mascherata, piena di bellissime invenzioni, si