Page 1136 - Giorgio Vasari
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e le tritò tanto con risalti, mensoline e rotti, ch'elle tengono più della
               maniera tedesca che dell'antica e moderna, vera e buona. E nel vero
               le  cose  d'architettura  vogliono  essere  maschie,  sode  e  semplici,  et
               arricchite  poi  dalla  grazia  del  disegno  e  da  un  sugetto  vario  nella
               composizione,  che  non  alteri  col  poco  o  col  troppo,  né  l'ordine

               dell'architettura, né la vista di chi intende.

               Intanto,  essendo  tornato  Baccio  Bandinelli  da  Roma,  dove  aveva
               finito  le  sepolture  di  Leone  e  Clemente,  persuase  al  signor  Duca
               Cosimo, allora giovinetto, che facesse nella sala grande del palazzo
               ducale una facciata in testa tutta piena di colonne e nicchie, con un

               ordine  di  ricche  statue  di  marmo,  la  qual  facciata  rispondesse  con
               finestre  di  marmo  e  macigni  in  piazza.  A  che  fare  risoluto  il  Duca,
               mise mano il Bandinello a fare il disegno, ma trovato, come si è detto
               nella vita del Cronaca, che la detta sala era fuor di squadra, e non

               avendo mai dato opera all'architettura il Bandinello, come quello che
               la stimava arte di poco valore e si faceva maraviglia e rideva di chi le
               dava opera, veduta la difficultà di quest'opera, fu forzato conferire il
               suo  disegno  con  Giuliano  e  pregarlo  che  come  architettore  gli

               guidasse  quell'opera.  E  così,  messi  in  opera  tutti  gli  scarpellini  et
               intagliatori  di  Santa  Maria  del  Fiore,  si  diede  principio  alla  fabrica,
               risoluto il Bandinello, col consiglio di Giuliano, di far che quell'opera
               andasse  fuor  di  squadra,  secondando  in  parte  la  muraglia.  Onde

               avenne che gli bisognò fare tutte le pietre con le quadrature bieche, e
               con  molta  fatica  condurle  col  pifferello,  ch'è  uno  strumento  d'una
               squadra zoppa. Il che diede tanto disgrazia all'opera che, come si dirà
               nella  vita  del  Bandinello,  è  stato  difficile  ridurla  in  modo  che  ella

               accompagni  l'altre  cose.  La  qual  cosa  non  sarebbe  avenuta  se  il
               Bandinello  avesse  posseduto  le  cose  d'architettura  come  egli
               possedeva  quelle  della  scultura;  per  non  dir  nulla  che  le  nicchie
               grandi,  dove  sono  dentro  nelle  rivolte  verso  le  facciate,  riuscivano

               nane, e non senza difetto quella del mezzo, come si dirà nella vita di
               detto Bandinello. Quest'opera, dopo esservisi lavorato dieci anni, fu
               messa da canto, e così si è stata qualche tempo. Vero è che le pietre
               scorniciate  e  le  colonne  così  di  pietra  del  fossato  come  quelle  di

               marmo furono condotte con diligenza grandissima dagli scarpellini et
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