Page 1120 - Giorgio Vasari
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mettere in opera detti disegni furono cavati molti marmi a Carrara e

               condotti  a  Vinezia,  dove  sono  ancora  così  rozzi  nelle  case  di  detti
               Cornari.  Fu  il  primo  Giovanmaria  che  portasse  il  vero  modo  di
               fabricare e la buona architettura in Verona, Vinezia et in tutte quelle
               parti: non essendo stato inanzi a lui chi sapesse pur fare una cornice

               o  un  capitello,  né  chi  intendesse  né  misura,  né  proporzione  di
               colonna, né di ordine alcuno, come si può vedere nelle fabriche che
               furono fatte inanzi a lui. La quale cognizione essendo poi molto stata

               aiutata  da  fra'  Iocondo,  che  fu  ne'  medesimi  tempi,  ebbe  il  suo
               compimento da Messer Michele San Michele; di maniera che quelle
               parti deono per ciò essere perpetualmente obligate ai Veronesi, nella
               quale  patria  nacquero  et  in  un  medesimo  tempo  vissero  questi  tre
               eccellentissimi  architetti,  alli  quali  poi  succedette  il  Sansovino,  che

               oltre alla architettura, la quale già trovò fondata e stabilita dai tre
               sopra  detti,  vi  portò  anco  la  scultura,  acciò  con  essa  venissero  ad
               avere le fabriche tutti quegl'ornamenti che loro si convengono. Di che

               si  ha  obligo,  se  è  così  lecito  dire,  alla  rovina  di  Roma.  Perciò  che
               essendosi i maestri sparsi in molti luoghi, furono le bellezze di queste
               arti comunicate a tutta l'Europa.

               Fece  Giovanmaria  lavorare  di  stucchi  alcune  cose  in  Vinezia,  et
               insegnò a mettergli in opera. Et affermano alcuni che, essendo egli
               giovane,  fece  di  stucco  lavorare  la  volta  della  capella  del  Santo  in

               Padoa a Tiziano da Padoa et a molti altri, e ne fece lavorare in casa
               Cornara, che sono assai belli. Insegnò a lavorare a due suoi figliuoli,
               cioè ad Ottaviano, che fu anch'esso pittore, et a Provolo. Alessandro,
               suo terzo figliuolo, attese a fare armature in sua gioventù, e dopo,

               datosi  al  mestier  del  soldo,  fu  tre  volte  vincitor  in  steccato;  e
               finalmente  essendo  capitano  di  fanteria,  morì  combattendo
               valorosamente sotto Turino nel Piamonte, essendo stato ferito d'una
               archibusata. Similmente Giovanmaria, essendo storpiato dalle gotte,

               finì  il  corso  della  vita  sua  in  Padoa,  in  casa  del  detto  Messer  Luigi
               Cornaro, che l'amò sempre come fratello, anzi quanto se stesso. Et
               acciò che non fussero i corpi di coloro in morte separati, i quali aveva
               congiunti insieme con gl'animi, l'amicizia e la virtù in questo mondo,

               aveva  disegnato  esso  Messer  Luigi  che  nella  sua  stessa  sepoltura,
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