Page 1117 - Giorgio Vasari
P. 1117
tutto non disegnasse di sua mano con tutte le misure. Ritrasse anco
tutte le sculture che furono scoperte in que' tempi. Di maniera che
dopo detti dodici anni, ritornò alla patria richissimo di tutti i tesori di
quest'arte. E non contento delle cose della città propria di Roma,
ritrasse quanto era di bello e buono in tutta la campagna di Roma
infino nel regno di Napoli, nel ducato di Spoleto et in altri luoghi. E
perché essendo povero non aveva Giovanmaria molto il modo da
vivere, né da trattenersi in Roma, dicono che due o tre giorni della
settimana aiutava a qualcuno lavorare di pittura; e di quel guadagno,
essendo allora i maestri ben pagati, e buon vivere, vivea gl'altri giorni
della settimana, attendendo ai suoi studii d'architettura. Ritrasse
dunque tutte le dette anticaglie come fussero intere, e le rappresentò
in disegno, dalle parti e dalle membra, cavando la verità e l'integrità
di tutto il resto del corpo di quelli edifizii con sì fatte misure e
proporzioni che non potette errare in parte alcuna.
Ritornato dunque Giovanmaria a Verona e non avendo occasione di
esercitare l'architettura, essendo la patria in travaglio per mutazione
di stato, attese per allora alla pittura e fece molte opere. Sopra la
casa di que' della Torre lavorò un'arme grande con certi trofei sopra,
e per certi signori tedeschi, consiglieri di Massimiliano imperatore,
lavorò a fresco in una facciata della chiesa piccola di San Giorgio
alcune cose della Scrittura, e vi ritrasse que' due signori tedeschi
grandi quanto il naturale, uno da una, l'altro dall'altra parte
ginocchioni. Lavorò a Mantoa al signor Luigi Gonzaga cose assai, et a
Osmo nella marca d'Ancona alcun'altre. E mentre che la città di
Verona fu dell'imperatore, dipinse sopra tutti gl'edifizii publici l'armi
imperiali et ebbe perciò buona provisione et un privilegio
dall'imperatore, nel quale si vede che gli concesse molte grazie et
essenzioni, sì per lo suo ben servire nelle cose dell'arte e sì perché
era uomo di molto cuore, terribile e bravo con l'arme in mano; nel
che poteva anco aspettarsi da lui valorosa e fedel servitù, e
massimamente tirandosi dietro, per lo gran credito che aveva
appresso i vicini, il concorso di tutto il popolo che abitava il borgo di
San Zeno, che è parte della città molto popolosa e nella quale era
nato e vi aveva preso moglie, nella famiglia de' Provali. Per queste