Page 1118 - Giorgio Vasari
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cagioni adunque, avendo il seguito di tutti quelli della sua contrada,
non era per altro nome nella città chiamato che il Rosso di S. Zeno.
Per che, mutato lo stato della città e ritornata sotto gl'antichi suoi
signori viniziani, Giovanmaria, come colui che avea seguito la parte
imperiale, fu forzato, per sicurtà della vita, partirsi. E così andato a
Trento, vi si trattenne, dipignendo alcune cose, certo tempo. Ma
finalmente, rassettate le cose, se n'andò a Padoa, dove fu prima
conosciuto e poi molto favorito da monsignor reverendissimo Bembo,
che poco appresso lo fece conoscere al magnifico Messer Luigi
Cornaro, gentiluomo viniziano d'alto spirito e d'animo veramente
regio, come ne dimostrano tante sue onoratissime imprese. Questi
dunque dilettandosi, oltre all'altre sue nobilissime parti, delle cose
d'architettura, la cognizione della quale è degna di qualunche gran
principe, et avendo perciò vedute le cose di Vetruvio, di Leonbattista
Alberti e d'altri che hanno scritto in questa professione, e volendo
mettere le cose che aveva imparato in pratica, veduti i disegni di
Falconetto e con quanto fondamento parlava di queste cose, e
chiariva tutte le difficultà che possono nascere nella varietà degli
ordini dell'architettura, s'inamorò di lui per sì fatta maniera che,
tiratoselo in casa, ve lo tenne onoratamente ventun anno, ché tanto
fu il rimanente della vita di Giovanmaria, il quale in detto tempo
operò molte cose con detto Messer Luigi, il quale, desideroso di
vedere l'anticaglie di Roma in fatto, come l'aveva vedute nei disegni
di Giovanmaria, menandolo seco se n'andò a Roma, dove avendo
costui sempre in sua compagnia, volle vedere minutamente ogni
cosa.
Dopo tornati a Padoa, si mise mano a fare col disegno e modello di
Falconetto la bellissima et ornatissima loggia che è in casa Cornara,
vicina al Santo, per far poi il palazzo secondo il modello fatto da
Messer Luigi stesso. Nella qual loggia è sculpito il nome di
Giovanmaria in un pilastro. Fece il medesimo una porta dorica molto
grande e magnifica al palazzo del capitano di detta terra, la qual
porta, per opera schietta, è molto lodata da ognuno. Fece anco due
bellissime porte della città, l'una detta di San Giovanni, che va verso
Vicenza, la quale è bella e commoda per i soldati che la guardano, e