Page 112 - Giorgio Vasari
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nuovo trovato sempre assai chiaro ce lo dimostra non solo il predetto
commesso de' pavimenti, che senza dubbio vien dal musaico, ma le
stesse tarsie ancora, e le figure di tante varie cose, che a similitudine
pur del musaico e della pittura sono state fatte da' nostri vecchi di
piccoli pezzetti di legno commessi et uniti insieme nelle tavole del
noce e colorati diversamente; il che i moderni chiamano lavoro di
commesso, benché a' vecchi fosse tarsia. Le miglior cose che in
questa spezie già si facessero furono in Firenze nei tempi di Filippo di
ser Brunellesco e poi di Benedetto da Maiano; il quale,
nientedimanco, giudicandole cosa disutile, si levò in tutto da quelle,
come nella vita sua si dirà. Costui, come gli altri passati, le lavorò
solamente di nero e di bianco; ma fra' Giovanni Veronese, che in esse
fece gran frutto, largamente le migliorò dando vari colori a' legni con
acque e tinte bollite e con olii penetrativi, per avere di legname i
chiari e gli scuri variati diversamente, come nella arte della pittura, e
lumeggiando con bianchissimo legno di silio sottilmente le cose sue.
Questo lavoro ebbe origine primieramente nelle prospettive, perché
quelle avevano termine di canti vivi, che commettendo insieme i
pezzi facevano il profilo, e pareva tutto d'un pezzo il piano dell'opra
loro, sebbene e' fosse stato di più di mille. Lavorarono però di questo
gli antichi ancora nelle incrostature delle pietre fini, come
apertamente si vede nel portico di S. Pietro, dove è una gabbia con
un uccello in un campo di porfido e d'altre pietre diverse, commesse
in quello con tutto il resto degli staggi e delle altre cose. Ma per
essere il legno più facile e molto più dolce a questo lavoro, hanno
potuto i maestri nostri lavorarne più abbondantemente et in quel
modo che hanno voluto. Usarono già per far l'ombre abbronzarle col
fuoco da una banda, il che bene imitava l'ombra; ma gli altri hanno
usato di poi olio di zolfo et acque di solimati e di arsenichi, con le
quali cose hanno dato quelle tinture che eglino stessi hanno voluto,
come si vede nell'opre di fra' Damiano in S. Domenico di Bologna. E
perché tale professione consiste solo ne' disegni che siano atti a tale
esercizio, pieni di casamenti e di cose che abbino i lineamenti
quadrati, e si possa per via di chiari e di scuri dare loro forza e rilievo,
hannolo fatto sempre persone che hanno avuto più pacienza che