Page 1112 - Giorgio Vasari
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Nel medesimo luogo dipinse Francesco nella facciata del coro due
storie a fresco, cioè quando il Signore va sopra l'asina in Ierusalem e
quando fa orazione nell'orto dove sono in disparte le turbe armate
che, guidate da Giuda, vanno a prenderlo. Ma sopra tutte è bellissima
la sagrestia in volta, tutta dipinta dal medesimo, eccetto il Santo
Antonio battuto dai demonii, il quale si dice essere di mano di
Domenico suo padre. In questa sagrestia dunque, oltre il Cristo che è
nella volta et alcuni Angioletti che scortano all'insù, fece nelle lunette
diversi papi, a due a due per nicchia, in abito pontificale, i quali sono
stati dalla Relligione di San Benedetto assunti al pontificato. Intorno
poi alla sagrestia, sotto le dette lunette della volta, è tirato un fregio
alto quattro piedi e diviso in certi quadri nei quali sono in abito
monastico dipinti alcuni imperatori, re, duchi et altri principi, che
lasciati gli stati e' principati che avevano, si sono fatti monaci. Nelle
quale figure ritrasse Francesco dal naturale molti dei monaci che
mentre vi lavorò abitarono o furono per passaggio in quel
monasterio. E fra essi vi sono ritratti molti novizii et altri monaci
d'ogni sorte, che sono bellissime teste e fatte con molta diligenza. E
nel vero fu allora, per questo ornamento, quella la più bella sagrestia
che fusse in tutta Italia, perché, oltre alla bellezza del vaso ben
proporzionato e di ragionevole grandezza, e le pitture dette che sono
bellissime, vi è anco da basso una spalliera di banchi lavorati di tarsie
e d'intaglio con belle prospettive, così bene che in que' tempi, e forse
anche in questi nostri, non si vede gran fatto meglio, perciò che fra'
Giovanni da Verona, che fece quell'opera, fu eccellentissimo in
quell'arte, come si disse nella vita di Raffaello da Urbino, e come ne
dimostrano, oltre molte opere fatte nei luoghi della sua Relligione,
quelle che sono a Roma nel palazzo del papa, quelle di Monte Oliveto
di Chiusuri in sul sanese et in altri luoghi. Ma quelle di questa
sagrestia sono di quante opere fece mai fra' Giovanni le migliori;
perciò che si può dire che quanto nell'altre vinse gl'altri, tanto in
queste avanzasse se stesso. Intagliò fra' Giovanni per questo luogo,
fra l'altre cose, un candeliere alto più di quattordici piedi per lo cero
pasquale, tutto di noce, con incredibile diligenza; onde non credo che
per cosa simile si possa veder meglio.