Page 1108 - Giorgio Vasari
P. 1108
in braccio, et alcuni Angeli, che sono maravigliose figure. Fu
Francesco di santa vita e nimico d'ogni vizio, intanto che non volle
mai non che altro dipignere opere lascive, ancor che dal Marchese ne
fusse molte volte pregato. E simili a lui furono in bontà i fratelli, come
si dirà a suo luogo. Finalmente Francesco, essendo vecchio e patendo
d'orina, con licenza del Marchese e per consiglio di medici andò con la
moglie e con servitori a pigliar l'acqua de' bagni di Caldero sul
veronese; là dove, avendo un giorno presa l'acqua, si lasciò vincere
dal sonno e dormì alquanto, avendolo in ciò per compassione
compiaciuto la moglie; onde sopravenutagli mediante detto dormire,
che è pestifero a chi piglia quell'acqua, una gran febre, finì il corso
della vita a due dì di luglio 1519. Il che essendo significato al
Marchese, ordinò subito, per un corriere, che il corpo di Francesco
fusse portato a Mantoa; e così fu fatto, quasi contra la volontà de'
veronesi, dove fu onoratissimamente sotterrato in Mantoa, nella
sepoltura della Compagnia segreta in San Francesco. Visse Francesco
anni 64; et un suo ritratto, che ha Messer Fermo, fu fatto quando era
d'anni cinquanta. Furono fatti in sua lode molti componimenti, e
pianto da chiunque lo conobbe come virtuoso e santo uomo che fu.
Ebbe per moglie madonna Francesca Gioachini veronese, ma non
ebbe figliuoli.
Il maggiore d'i tre fratelli che egli ebbe, fu chiamato Monsignore, e
perché era persona di belle lettere, ebbe in Mantoa uffizii dal
marchese di buone rendite per amor di Francesco. Costui visse
ottanta anni, e lasciò figliuoli, che tengono in Mantoa viva la famiglia
de' Monsignori. L'altro fratello di Francesco ebbe nome al secolo
Girolamo, e fra i Zoccolanti di San Francesco fra' Cherubino, e fu
bellissimo scrittore e miniatore. Il terzo, che fu frate di San
Domenico, osservante e chiamato fra' Girolamo, volle per umiltà
esser converso, e fu non pur di santa e buona vita, ma anco
ragionevole dipintore, come si vede nel convento di San Domenico in
Mantoa, dove, oltre all'altre cose, fece nel refettorio un bellissimo
Cenacolo e la passione del Signore, che per la morte sua rimase
imperfetta. Dipinse il medesimo quel bellissimo Cenacolo che è nel
rifettorio de' monaci di San Benedetto, nella ricchissima badia che