Page 1110 - Giorgio Vasari
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Monte  della  Pietà,  dove  fece  Liberale  la  tavola  del  Deposto  con

               quegl'Angeli che piangono. Al medesimo fece dipignere dentro e fuori
               la capella, che è vicina a questa, con ricchezza d'oro e molta spesa,
               Messer Niccolò de' Medici cavaliere, il quale era in quei tempi stimato
               il maggior ricco di Verona; et il quale spese molti danari in altre opere

               pie,  sì  come  quello  che  era  a  ciò  da  natura  inclinato.  Questo
               gentiluomo, dopo aver molti monasterii e chiese edificato, né lasciato
               quasi luogo in quella città ove non facesse qualche segnalata spesa

               in onore di Dio, si elesse la sopra detta capella per sua sepoltura,
               negl'ornamenti  della  quale  si  servì  di  Domenico  allora  più  famoso
               d'altro  pittore  in  quella  città,  essendo  Liberale  a  Siena.  Domenico
               adunque  dipinse  nella  parte  di  dentro  di  questa  capella  miracoli  di
               Santo  Antonio  da  Padoa,  a  cui  è  dedicata,  e  vi  ritrasse  il  detto

               cavaliere  in  un  vecchio  raso  col  capo  bianco  e  senza  berretta,  con
               veste  lunga  d'oro,  come  costumavano  di  portare  i  cavalieri  in  que'
               tempi;  la  quale  opera  per  cosa  in  fresco  è  molto  ben  disegnata  e

               condotta. Nella volta poi di fuori, che è tutta messa a oro, dipinse in
               certi tondi i quattro Evangelisti, e nei pilastri dentro e fuori fece varie
               figure di Santi; e fra l'altre Santa Elisabetta del terzo Ordine di San
               Francesco, Santa Elena e Santa Caterina, che sono figure molto belle,
               e  per  disegno,  grazia  e  colorito  molto  lodate.  Quest'opera  dunque

               può  far  fede  della  virtù  di  Domenico  e  della  magnificenza  di  quel
               cavaliere.

               Morì Domenico molto vecchio e fu sepolto in San Bernardino, dove
               sono le dette opere di sua mano, lasciando erede delle facultà e della
               virtù  sua  Francesco  Morone,  suo  figliuolo,  il  quale  avendo  i  primi

               principii dell'arte apparati dal padre, s'affaticò poi di maniera che in
               poco tempo riuscì molto miglior maestro che il padre stato non era;
               come l'opere che fece a concorrenza di quelle del padre chiaramente
               ne dimostrano.

               Dipinse adunque Francesco, sotto l'opera di suo padre, all'altare del
               Monte  nella  chiesa,  detta  di  San  Bernardino,  a  olio  le  portelle  che

               chiuggono la tavola di Liberale. Nelle quali, dalla parte di dentro, fece
               in una la Vergine e nell'altra San Giovanni Evangelista grandi quanto
               il naturale, e bellissime nelle facce che piangono, nei panni et in tutte
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