Page 1107 - Giorgio Vasari
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il dipinto, non altrimenti che se vivo stato fusse, e quello stesso che
               odiava la morte, si lanciò con tanto impeto, sforzando chi lo teneva,
               per adentarlo, che percosso il capo nel muro tutto se lo ruppe.

               Si  racconta  ancora  da  persone  che  furono  presenti,  che  avendo
               Benedetto Baroni nipote di Francesco un quadretto di sua mano, poco
               maggiore di due palmi, nel quale è dipinta una Madonna a olio dal

               petto in su quasi quanto il naturale et il canto a basso il Puttino, dalla
               spalla in su, che con un braccio steso in alto sta in atto di carezzare la
               madre,  si  racconta,  dico,  che  quando  era  l'imperatore  padrone  di
               Verona, essendo in quella città don Alonso di Castiglia, et Alarcone

               famosissimo capitano per sua maestà e per lo re catolico, che questi
               signori,  essendo  in  casa  del  conte  Lodovico  da  Sesso  Veronese,
               dissero  avere  gran  disiderio  di  veder  questo  quadro:  per  che,
               mandato per esso, si stavano una sera contemplandolo a buon lume

               et amirando l'artificio dell'opera, quando la signora Caterina, moglie
               del Conte, andò dove erano que' signori con uno de' suoi figliuoli, il
               quale  aveva  in  mano  uno  di  quegli  uccelli  verdi,  che  a  Verona  si
               chiamano  terranzi,  perché  fanno  il  nido  in  terra,  e  si  avezzano  al

               pugno  come  gli  sparvieri.  Avenne  adunque,  stando  ella  cogl'altri  a
               contemplare il quadro, che quell'uccello, veduto il pugno et il braccio
               disteso  del  bambino  dipinto,  volò  per  saltarvi  sopra,  ma  non  si
               essendo potuto attaccare alla tavola dipinta, e per ciò caduto in terra,

               tornò due volte per posarsi in sul pugno del detto bambino dipinto,
               non  altrimenti  che  se  fusse  stato  un  di  que'  putti  vivi,  che  se  lo
               tenevano  sempre  in  pugno.  Di  che  stupefatti  que'  signori,  vollono
               pagar quel quadro a Benedetto gran prezzo, perché lo desse loro; ma

               non fu possibile per niuna guisa cavarglielo di mano. Non molto dopo,
               essendo i medesimi dietro a farglielo rubar un dì di San Biagio in San
               Nazzaro a una festa, perché ne fu fatto avertito il padrone, non riuscì
               loro il disegno.

               Dipinse Francesco in San Polo di Verona una tavola a guazzo, che è
               molto  bella,  et  un'altra  in  San  Bernardino,  alla  capella  de'  Bandi,

               bellissima.  In  Mantoa  lavorò  per  Verona  in  una  tavola  che  è  alla
               capella  dove  è  sepolto  San  Biagio,  nella  chiesa  di  San  Nazzaro  de'
               monaci neri, due bellissimi nudi, et una Madonna in aria col Figliuolo
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