Page 1102 - Giorgio Vasari
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Fu  discepolo  e  genero  del  Moro  (avendo  egli  avuto  due  figliuole)
               Battista d'Agnolo, che fu poi detto Battista del Moro, il quale, se bene
               ebbe che fare un pezzo per l'eredità che gli lasciò molto intrigata il
               Moro,  ha  lavorato  nondimeno  molte  cose  che  non  sono  se  non
               ragionevoli.  In  Verona  ha  fatto  un  San  Giovambatista,  nella  chiesa

               delle  monache  di  San  Giuseppo;  et  a  fresco  in  Santa  Eufemia,  nel
               tramezzo sopra l'altare di San Paulo, l'istoria di quel Santo quando,
               convertito da Cristo, s'appresenta ad Anania; la quale opera, se ben

               fece  essendo  giovinetto,  è  molto  lodata.  Ai  signori  conti  Canossi
               dipinse due camere et in una sala due fregi di battaglie, molto belli e
               lodati da ognuno. In Vinezia dipinse la facciata d'una casa vicina al
               Carmine,  non  molto  grande,  ma  ben  molto  lodata:  dove  fece  una
               Vinezia  coronata  e  sedente  sopra  un  lione,  insegna  di  quella

               republica. [A] Camillo Trivisano dipinse la facciata della sua casa a
               Murano, et insieme con Marco suo figliuolo dipinse il cortile di dentro
               d'istorie di chiaro scuro bellissime. Et a concorrenza di Paulo Veronese

               dipinse nella medesima casa un camerone che riuscì tanto bello, che
               gl'acquistò molto onore et utile. Ha lavorato il medesimo molte cose
               di minio, et ultimamente in una carta bellissima un Santo Eustachio
               che  adora  Cristo  apparitogli  fra  le  corna  d'una  cervia,  e  due  cani
               appresso  che  non  possono  essere  più  belli,  oltre  un  paese  pieno

               d'alberi che, andando pian piano alontanandosi e diminuendo, è cosa
               rarissima.  Questa  carta  è  stata  lodata  sommamente  da  infiniti  che
               l'hanno veduta, e particolarmente dal Danese da Carrara, che la vide

               trovandosi in Verona a metter in opera la capella de' signori Fregosi,
               che è cosa rarissima fra quante ne sieno oggidì in Italia. Il Danese
               adunque, veduta questa carta, restò stupefatto per la sua bellezza, e
               persuase al sopra detto fra' Marco de' Medici suo antico e singolare
               amico, che per cosa del mondo non se la lasciasse uscir di mano, per

               metterla fra l'altre sue cose rare che ha in tutte le professioni. Per che
               avendo  inteso  Battista  che  il  detto  padre  n'aveva  disiderio,  per  la
               stessa amicizia, la quale sapea che aveva con il suo suocero tenuta,

               gliele diede, e quasi lo sforzò, presente il Danese, ad accettarla. Ma
               nondimeno  gli  fu  di  pari  cortesia  quel  buon  padre  non  ingrato.  Ma
               perché  il  detto  Battista  e  Marco  suo  figliuolo  sono  vivi,  e  tuttavia
               vanno operando, non si dirà altro di loro al presente.
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