Page 1101 - Giorgio Vasari
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Alessandro  Contarino,  procuratore  di  S.  Marco  e  provveditore
               dell'armata;  e  Messer  Michele  San  Michele  per  un  suo  carissimo
               amico, che portò quel ritratto ad Orvieto; et un altro, si dice, che ne
               fece  del  medesimo  Messer  Michele  architetto,  che  è  ora  appresso
               Messer  Paulo  Ramusio  figliuolo  di  Messer  Giovambatista.  Ritrasse  il

               Fracastoro celebratissimo poeta ad instanza di monsignor Giberti, che
               lo mandò al Giovio, il quale lo pose nel suo museo. Fece il Moro molte
               altre cose, delle quali non accade far menzione, come che tutte sieno

               dignissime  di  memoria,  per  essere  stato  così  diligente  coloritore
               quanto  altro  che  visse  a'  tempi  suoi,  e  per  avere  messo  nelle  sue
               opere molto tempo e fatica. Anzi tanta diligenza era in lui, come si
               vede anco talora in altri, che più tosto gli dava biasimo, atteso che
               tutte l'opere accettava e da ognuno l'arra, e poi le finiva quando Dio

               voleva.  E  se  così  fece  in  giovanezza,  pensi  ogni  uomo  quello  che
               dovette  fare  negl'ultimi  anni,  quando,  alla  sua  natural  tardità,
               s'aggiunse quella che porta seco la vecchiezza. Per lo quale suo modo

               di fare, ebbe spesso con molti degl'impacci e delle noie più che voluto
               non arebbe. Onde mossosi a compassione di lui Messer Michele San
               Michele,  se  lo  tirò  in  casa  in  Vinezia  e  lo  trattò  come  amico  e
               virtuoso.

               Finalmente richiamato il Moro dai conti Giusti suoi vecchi padroni in
               Verona, si morì appresso di loro nei bellissimi palazzi di Santa Maria

               in  Stella  e  fu  sepolto  nella  chiesa  di  quella  villa,  essendo
               accompagnato  da  tutti  quegli  amorevolissimi  signori  alla  sepoltura;
               anzi  riposto  dalle  loro  proprie  mani  con  affezzione  incredibile,
               amandolo  essi  come  padre,  sì  come  quelli  erano  nati  e  cresciuti

               mentre egli stava in casa loro.
               Fu  il  Moro  nella  sua  giovanezza  destro  e  valoroso  della  persona  e

               maneggiò  benissimo  ogni  sorte  d'arme.  Fu  fedelissimo  agl'amici  e
               patroni  suoi,  et  ebbe  spirito  in  tutte  le  sue  azzioni.  Ebbe  amici
               particolari  Messer  Michele  San  Michele  architetto,  il  Danese  da
               Carrara  scultore  eccellente,  et  il  molto  reverendo  e  dottissimo  fra'

               Marco de' Medici, il quale dopo i suoi studii andava spesso a starsi col
               Moro  per  vederlo  lavorare  e  ragionar  seco  amichevolmente,  per
               ricrear l'animo quando era stracco negli studi.
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