Page 1086 - Giorgio Vasari
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e la fabrica intorno intorno al quadro fusse, o vero rimanesse, una
spiaggia o fondamento assai largo che servisse per piazza, e vi si
vendessero, secondo che fusseno deputati i luoghi, erbaggi, frutte,
pesci et altre cose che vengono da molti luoghi alla città. Era di
parere, appresso, che si fabricassero, intorno intorno dalla parte di
fuori, boteghe che riguardassero le dette piazze, le quali boteghe
servissero solamente a cose da mangiare d'ogni sorte. In queste
quattro facciate aveva il disegno di fra' Iocondo quattro porte
principali, cioè una per facciata posta nel mezzo e dirimpetto a corda
all'altra. Ma prima che s'entrasse nella piazza di mezzo, entrando
dentro, da ogni parte si trovava a man destra et a man sinistra una
strada, la quale, girando intorno il quadro, aveva botteghe di qua e di
là, on fabriche sopra bellissime e magazzini per servigio di dette
botteghe, le quali tutte erano deputate alla drapperia, cioè panni di
lana fini, et alla seta; le quali due sono le principali arti di quella
città. Et insomma in questa entravano tutte le botteghe che sono
dette de' toscani e de' setaiuoli. Da queste strade doppie di botteghe
che sboccavano alle quattro porte, si doveva entrare nel mezzo di
detta fabbrica, cioè in una grandissima piazza con belle e gran logge
intorno intorno per commodo de' mercanti e servizio de' popoli
infiniti, che in quella città, la quale è la dogana d'Italia, anzi d'Europa,
per lor mercanzie e traffichi concorrono. Sotto le quali logge doveva
essere intorno intorno le botteghe de' banchieri, orefici e gioiellieri, e
nel mezzo aveva a essere un bellissimo tempio dedicato a San
Matteo, nel quale potessero la mattina i gentiluomini udire i divini
uffizii: nondimeno dicono alcuni che, quanto a questo tempio, aveva
fra' Iocondo mutato proposito e che voleva farne due, ma sotto le
logge perché non impedissero la piazza. Doveva oltre ciò questo
superbissimo edifizio avere tanti altri comodi e bellezze et ornamenti
particolari, che chi vede oggi il bellissimo disegno che di quello fece
fra' Iocondo, afferma che non si può imaginare, né rappresentar da
qual si voglia più felice ingegno, o eccellentissimo artefice, alcuna
cosa né più bella, né più magnifica, né più ordinata di questa. Si
doveva anche, col parere del medesimo, per compimento di
quest'opera, fare il ponte di Rialto di pietre e carico di botteghe, che
sarebbe stato cosa maravigliosa. Ma che quest'opera non avesse