Page 1085 - Giorgio Vasari
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tutto quello atterramento fatto nelle dette lagune di Chioggia, si
sarebbe fatto, e forse maggiore, in quelle di Vinezia, con incredibile
danno e quasi rovina di quella città. Afferma ancora il medesimo, il
quale fu amicissimo di fra' Iocondo, come fu sempre et è di tutti i
virtuosi, che la sua patria Vinezia avea sempre per ciò obligo
immortale alla memoria di fra' Iocondo, e che egli si potrebbe in
questa parte ragionevolmente chiamare secondo edificatore di
Vinezia, e che quasi merita più lode, per avere conservata l'ampiezza
e nobiltà di sì maravigliosa e potente città mediante questo riparo,
che coloro che l'edificarono da principio debile e di poca
considerazione. Perché questo benefizio, sì come è stato, così sarà
eternamente d'incredibile giovamento et utile a Vinezia.
Essendosi, non molti anni dopo che ebbe fatto questa sant'opera fra'
Iocondo, con molto danno de' viniziani abruciato il Rialto di Vinezia,
nel quale luogo sono i raccetti delle più preciose merci e quasi il
tesoro di quella città, et essendo ciò avenuto in tempo a punto che
quella Republica, per lunghe e continue guerre e perdita della
maggior parte, anzi di quasi tutto lo stato di terra ferma, era ridotta
in stato travagliatissimo, stavano i signori del governo in dubbio e
sospesi di quello dovessero fare. Pure, essendo la riedificazione di
quel luogo di grandissima importanza, fu risoluto che ad ogni modo si
rifacesse. E per farla più onorevole e secondo la grandezza e
magnificenza di quella Republica, avendo prima conosciuto la virtù di
fra' Iocondo e quanto valesse nell'architettura, gli diedero ordine di
fare un disegno di quella fabrica. Laonde ne disegnò uno di questa
maniera: voleva occupare tutto lo spazio che è fra il canale delle
Beccherie di Rialto et il rio del Fondaco delle Farine, pigliando tanto
terreno fra l'uno e l'altro rio, che facesse quadro perfetto, cioè che
tanta fusse la lunghezza delle facciate di questa fabrica, quanto di
spazio al presente si trova, caminando, dallo sbucare di questi due
rivi nel Canal Grande. Disegnava, poi, che li detti due rivi sboccassero
dall'altra parte in un canal comune che andasse dall'uno all'altro, tal
che questa fabrica rimanesse d'ogni intorno cinta dall'acqua, cioè che
avesse il Canal Grande da una parte, li due rivi da due, et il rio, che
s'avea a far di nuovo, dalla quarta parte. Voleva, poi, che fra l'acqua