Page 1071 - Giorgio Vasari
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del  signor  Alessandro  Vitelli,  la  quale  è  similmente  in  Città  di
               Castello.

               Francesco  finalmente,  avendo  pur  sempre  l'animo  a  quella  sua
               alchimia, come gl'altri che le impazzano dietro una volta, et essendo
               di delicato e gentile, fatto con la barba e chiome lunghe e mal conce,
               quasi  un  uomo  sabatico  et  un  altro  da  quello  che  era  stato,  fu

               assalito, essendo mal condotto e fatto malinconico e strano, da una
               febre  grave  e  da  un  flusso  crudele,  che  lo  fecero  in  pochi  giorni
               passare  a  miglior  vita.  Et  a  questo  modo  pose  fine  ai  travagli  di
               questo  mondo,  che  non  fu  mai  conosciuto  da  lui  se  non  pieno  di

               fastidii e di noie. Volle essere sepolto nella chiesa de' frati de' Servi,
               chiamata la Fontana, lontana un miglio da Casalmaggiore; e, come
               lasciò, fu sepolto nudo con una croce d'arcipresso sul petto in alto.
               Finì  il  corso  della  sua  vita  a  dì  24  d'agosto  1540,  con  gran  perdita

               dell'arte per la singolar grazia che le sue mani diedero alle pitture che
               fece. Si dilettò Francesco di sonar di liuto et ebbe in ciò tanto la mano
               e l'ingegno accomodato, che non fu in quello manco eccellente che
               nella pittura. Ma è ben vero che se non avesse lavorato a capriccio et

               avesse  messo  da  canto  le  sciocchezze  degl'alchimisti,  sarebbe
               veramente stato dei più rari et eccellenti pittori dell'età nostra. Non
               niego che il lavorare a furori e quando se n'ha voglia non sia il miglior
               tempo, ma biasimo bene il non voler lavorare mai, o poco, et andar

               perdendo  il  tempo  in  considerazioni;  atteso  che  il  voler  truffare  e
               dove  non  si  può  aggiugnere  pervenire,  è  spesso  cagione  che  si
               smarrisce  quello  che  si  sa,  per  volere  quello  che  non  si  può.  Se
               Francesco,  il  quale  ebbe  dalla  natura  bella  e  graziosa  maniera  e

               spirito  vivacissimo,  avesse  seguitato  di  fare  giornalmente,  arebbe
               acquistato di mano in mano tanto nell'arte, che sì come diede bella e
               graziosa aria alle teste e molta leggiadria, così arebbe di perfezzione,
               di fondamento e bontà nel disegno, avanzato se stesso e gl'altri.

               Rimase dopo lui Ieronimo Mazzuoli suo cugino, che imitò sempre la
               maniera di lui con suo molto onore, come ne dimostrano l'opere che

               sono di sua mano in Parma. A Viadana ancora, dove egli si fuggì con
               Francesco per la guerra, fece in San Francesco, luogo de' Zoccoli, così
               giovanetto  come  era,  in  una  tavolina,  una  bellissima  Nunziata.  Et
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