Page 1067 - Giorgio Vasari
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aveva, di taglia. Onde il zio, dolendosi di ciò e della speranza che
quella rovina avea tronca a Francesco di acquistarsi scienza, onore e
roba, deliberò, vedendo Roma poco meno che rovinata et il papa
prigione degli Spagnuoli, ricondurlo a Parma. E così, inviatolo verso la
patria, si rimase egli per alcuni giorni in Roma, dove dipositò la tavola
fatta per madonna Maria Bufolina ne' frati della Pace; nel refettorio
de' quali, essendo stata molti anni, fu poi da Messer Giulio Bufolini
condotta nella lor chiesa a Città di Castello.
Arrivato Francesco a Bologna, e trattenendosi con molti amici, e
particolarmente in casa d'un sellaio parmigiano suo amicissimo,
dimorò, perché la stanza gli piaceva, alcuni mesi in quella città; nel
qual tempo fece intagliare alcune stampe di chiaro scuro, e fra l'altre
la decollazione di San Piero e S. Paulo et un Diogene grande. Ne mise
anco a ordine molte altre per farle intagliare in rame e stamparle,
avendo appresso di sé per questo effetto un maestro, Antonio da
Trento, ma non diede per allora a cotal pensiero effetto, perché gli fu
forza metter mano a lavorare molti quadri et altre opere per
gentiluomini bolognesi. E la prima pittura che fusse in Bologna veduta
di sua mano, fu in San Petronio alla capella de' Monsignori un San
Rocco di molta grandezza, al quale diede bellissima aria e fecelo in
tutte le parti bellissimo, imaginandoselo alquanto sollevato dal dolore
che gli dava la peste nella coscia, il che dimostra guardando con la
testa alta il cielo in atto di ringraziarne Dio, come i buoni fanno
eziandio dell'avversità che loro adivengono. La quale opera fece per
un Fabrizio da Milano, il quale ritrasse dal mezzo in su in quel quadro
a man giunte, che par vivo; come pare anche naturale un cane che vi
è, e certi paesi che sono bellissimi, essendo in ciò particolarmente
Francesco eccellente. Fece poi per l'Albio, medico parmigiano, una
conversione di San Paulo con molte figure e con un paese, che fu
cosa rarissima. Et al suo amico sellaio ne fece un altro di
straordinaria bellezza, dentrovi una Nostra Donna volta per fianco con
bell'attitudine, e parecchie altre figure. Dipinse al conte Giorgio
Manzuoli un altro quadro, e due tele a guazzo per maestro Luca dai
Leuti con certe figurette tutte ben fatte e graziose.
In questo tempo il detto Antonio da Trento, che stava seco per