Page 1070 - Giorgio Vasari
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disegni che ha raccolti, di mano del medesimo, bellissimi e ben finiti
d'ogni sorte, sì come sono ancora quelli che pur di mano di Francesco
sono nel nostro libro in molte carte, e particolarmente quello della
decollazione di San Piero e San Paulo che, come si è detto, mandò
poi fuori in stampe di legno e di rame stando in Bologna. Alla chiesa
di Santa Maria de' Servi fece in una tavola la Nostra Donna col
Figliuolo in braccio che dorme, e da un lato certi Angeli, uno de' quali
ha in braccio un'urna di cristallo, dentro la quale riluce una croce
contemplata dalla Nostra Donna. La quale opera, perché non se ne
contentava molto, rimase imperfetta; ma nondimeno è cosa molto
lodata in quella sua maniera piena di grazia e di bellezza.
Intanto cominciò Francesco a dismettere l'opera della Steccata, o
almeno a fare tanto adagio, che si conosceva che v'andava di male
gambe. E questo avveniva perché, avendo cominciato a studiare le
cose dell'alchimia, aveva tralasciato del tutto le cose della pittura,
pensando di dover tosto aricchire congelando mercurio. Per che
stillandosi il cervello, non con pensare belle invenzioni, né con i
pennelli o mestiche, perdeva tutto il giorno in tramenare carboni,
legne, bocce di vetro et altre simili bazicature che gli facevano
spendere più in un giorno, che non guadagnava a lavorare una
settimana alla capella della Steccata; e non avendo altra entrata, e
pur bisognandogli anco vivere, si veniva così consumando con questi
suoi fornelli a poco a poco. E, che fu peggio, gl'uomini della
Compagnia della Steccata, vedendo che egli avea del tutto tralasciato
il lavoro, avendolo per aventura, come si fa, soprapagato, gli messero
lite; onde egli per lo migliore si ritirò, fuggendosi una notte con alcuni
amici suoi a Casalmaggiore; dove, uscitogli alquanto di capo
l'alchimie, fece per la chiesa di Santo Stefano, in una tavola, la Nostra
Donna in aria, e da basso San Giovambatista e Santo Stefano. E dopo
fece (e questa fu l'ultima pittura che facesse) un quadro d'una
Lucrezia romana, che fu cosa divina e delle migliori che mai fusse
veduta di sua mano; ma come si sia è stato trafugato che non si sa
dove sia. È di sua mano anco un quadro di certe ninfe, che oggi è in
casa di Messer Niccolò Buffolini a Città di Castello; et una culla di
putti, che fu fatta per la signora Angiola de' Rossi da Parma, moglie