Page 1066 - Giorgio Vasari
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Ipolito de' Medici, erano veramente maravigliosi, sì come è un tondo
d'una bellissima Nunziata che egli fece a Messer Agnolo Cesis, il
quale è oggi nelle case loro come cosa rara stimato. Dipinse
similmente in un quadro la Madonna con Cristo, alcuni Angioletti et
un San Giuseppo, che sono belli in estremo per l'aria delle teste, pel
colorito e per la grazia e diligenza con che si vede esser stati dipinti.
La quale opera era già appresso Luigi Gaddi et oggi dee essere
appresso gl'eredi. Sentendo la fama di costui, il signor Lorenzo Cibo,
capitano della guardia del papa e bellissimo uomo, si fece ritrarre da
Francesco; il quale si può dire che non lo ritraesse, ma lo facesse di
carne e vivo. Essendogli poi dato a fare per madonna Maria Bufolina
da Città di Castello, una tavola che dovea porsi in San Salvatore del
Lauro, in una capella vicina alla porta, fece in essa Francesco una
Nostra Donna in aria che legge et ha un Fanciullo fra le gambe, et in
terra con straordinaria e bella attitudine ginocchioni con un piè, fece
un San Giovanni che torcendo il torso accenna Cristo fanciullo, et in
terra a giacere in scorto è un San Girolamo in penitenza che dorme.
Ma quest'opera non gli lasciò condurre a perfezzione la rovina et il
sacco di Roma del 1527, la quale non solo fu cagione che all'arti per
un tempo si diede bando, ma ancora che la vita a molti artefici fu
tolta; e mancò poco che Francesco non la perdesse ancor egli; perciò
che in sul principio del sacco era egli sì intento a lavorare, che
quando i soldati entravano per le case, e già nella sua erano alcuni
tedeschi, egli per rumore che facessero non si moveva dal lavoro; per
che sopragiugnendogli essi e vedendolo lavorare, restarono in modo
stupefatti di quell'opera, che come galantuomini che doveano essere,
lo lasciarono seguitare. E così mentre che l'impiissima crudeltà di
quelle genti barbare rovinava la povera città, e parimente le profane
e sacre cose, senza aver rispetto né a Dio, né agl'uomini, egli fu da
que' tedeschi proveduto e grandemente stimato, e da ogni ingiuria
difeso. Quanto disagio ebbe per allora si fu che, essendo un di loro
molto amatore delle cose di pittura, fu forzato a fare un numero
infinito di disegni d'acquerello e di penna, i quali furono il pagamento
della sua taglia. Ma nel mutarsi poi i soldati, fu Francesco vicino a
capitar male perché, andando a cercare d'alcuni amici, fu da altri
soldati fatto prigione, e bisognò che pagasse certi pochi scudi, che