Page 1065 - Giorgio Vasari
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giovane,  restò  stupefatto  e  con  esso  tutta  la  corte.  Appresso,  Sua
               Santità,  dopo  avergli  fatto  molti  favori,  disse  che  voleva  dare  a
               dipignere a Francesco la sala de' pontefici, della quale aveva già fatto
               Giovanni da Udine di stucchi e di pitture tutte le volte. Così dunque,
               avendo  donato  Francesco  i  quadri  al  Papa  et  avute,  oltre  alle

               promesse, alcune cortesie e doni, stimolato dalla gloria, dalle lodi che
               si sentiva dare e dall'utile che poteva sperare da tanto pontefice, fece
               un  bellissimo  quadro  d'una  Circoncisione,  del  quale  fu  tenuta  cosa

               rarissima la invenzione, per tre lumi fantastichi che a quella pittura,
               servivano  perché  le  prime  figure  erano  alluminate  dalla  vampa  del
               volto  di  Cristo,  le  seconde  ricevevano  lume  da  certi  che,  portando
               doni  al  sacrifizio,  caminavano  per  certe  scale  con  torce  accese  in
               mano,  e  l'ultime  erano  scoperte  et  illuminate  dall'aurora,  che

               mostrava  un  leggiadrissimo  paese  con  infiniti  casamenti.  Il  quale
               quadro finito, lo donò al Papa, che non fece di questo come degl'altri,
               perché avendo donato il quadro di Nostra Donna a Ipolito cardinale

               de'  Medici  suo  nipote,  et  il  ritratto  nello  specchio  a  Messer  Pietro
               Aretino poeta e suo servitore, e quello della Circoncisione ritenne per
               sé, e si stima che poi col tempo l'avesse l'imperatore; ma il ritratto
               dello  specchio  mi  ricordo,  io  essendo  giovinetto,  aver  veduto  in
               Arezzo nelle case di esso Messer Pietro Aretino, dove era veduto dai

               forestieri,  che  per  quella  città  passavano,  come  cosa  rara.  Questo
               capitò poi, non so come, alle mani di Valerio Vicentino intagliatore di
               cristallo, et oggi è appresso Alessandro Vittoria, scultore in Vinezia e

               creato di Iacopo Sansovino.
               Ma tornando a Francesco, egli studiando in Roma volle vedere tutte

               le cose antiche e moderne, così di scultura come di pittura, che erano
               in  quella  città;  ma  in  somma  venerazzione  ebbe  particolarmente
               quelle di Michelagnolo Buonarroti e di Raffaello da Urbino; lo spirito
               del qual Raffaello si diceva poi esser passato nel corpo di Francesco,

               per  vedersi  quel  giovane  nell'arte  raro  e  ne'  costumi  gentile  e
               grazioso,  come  fu  Raffaello,  e,  che  è  più,  sentendosi  quanto  egli
               s'ingegnava d'immitarlo in tutte le cose, ma sopra tutto nella pittura;
               il  quale  studio  non  fu  invano,  perché  molti  quadretti  che  fece  in

               Roma, la maggior parte de' quali vennero poi in mano del cardinal
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