Page 1063 - Giorgio Vasari
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nelle cose dell'arte, conosciuto Dio e la natura essere i primi maestri
di quel giovinetto, non mancarono con ogni acuratezza di farlo
attendere a disegnare sotto la disciplina d'eccellenti maestri, acciò
pigliasse buona maniera. E parendo loro nel continuare che fusse
nato, si può dire, con i pennelli in mano, da un canto lo sollecitavano
e dall'altro, dubitando non forse i troppi studii gli guastassero la
complessione, alcuna volta lo ritiravano. Ma finalmente, essendo
all'età di sedici anni pervenuto, dopo aver fatto miracoli nel disegno,
fece in una tavola di suo capriccio, un San Giovanni che battezza
Cristo, il quale condusse di maniera, che ancora chi la vede resta
maravigliato che da un putto fusse condotta sì bene una simil cosa.
Fu posta questa tavola in Parma alla Nunziata, dove stanno i frati de'
Zoccoli. Ma non contento di questo, si volle provare Francesco a
lavorare in fresco, per che fatta in San Giovanni Evangelista, luogo
de' monaci neri di San Benedetto, una capella, perché quella sorte di
lavoro gli riusciva, ne fece insino in sette. Ma in quel tempo,
mandando papa Leon Decimo il signor Prospero Colonna col campo a
Parma, i zii di Francesco, dubitando non forse perdesse tempo o si
sviasse, lo mandarono in compagnia di Ieronimo Mazzuoli suo cugino,
anch'egli putto e pittore, in Viadana, luogo del Duca di Mantoa, dove
stando tutto il tempo che durò quella guerra, vi dipinse Francesco due
tavole a tempera, una delle quali, dove è San Francesco che riceve le
stimite e Santa Chiara, fu posta nella chiesa de' frati de' Zoccoli, e
l'altra, nella quale è uno sposalizio di Santa Caterina, con molte
figure, fu posta in S. Piero. Né creda niuno che queste siano opere da
principiante e giovane, ma da maestro e vecchio. Finita la guerra e
tornato Francesco col cugino a Parma, primamente finì alcuni quadri
che alla sua partita aveva lasciati imperfetti, che sono appresso varie
persone, e dopo fece in una tavola a olio la Nostra Donna col
Figliuolo in collo, San Ieronimo da un lato e il beato Bernardino da
Feltro nell'altro. E nella testa d'uno dei detti ritrasse il padrone della
tavola tanto bene, che non gli manca se non lo spirito. E tutte
quest'opere condusse inanzi che fusse di età d'anni dicianove. Dopo,
venuto in desiderio di veder Roma, come quello che era in
sull'acquistare e sentiva molto lodar l'opere de' maestri buoni, e
particolarmente quelle di Raffaello e di Michelagnolo, disse l'animo e