Page 1052 - Giorgio Vasari
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eccellenti e rarissimi. E nel vero la maggior prudenza e saviezza, che
               possa essere in un uomo, è conoscersi, e non presumere di sé più di
               quello  che  sia  il  valore.  Finalmente  avendo  molto  acquistato  nel
               lavorare  assai,  come  che  non  avesse  dalla  natura  molto  fiera
               invenzione,  né  altro  che  quello  che  s'aveva  acquistato  con  lungo

               studio, si morì l'anno 1524, d'età d'anni 42.

               Fu  discepolo  del  Francia  Agnolo  suo  fratello,  che  avendo  fatto  un
               fregio che è nel chiostro di San Brancazio e poche altre cose, si morì.
               Fece  il  medesimo  Agnolo  a  Ciano  profumiero,  uomo  capriccioso  et
               onorato  par  suo,  in  un'insegna  da  botega  una  zingana  che  dà  con

               molta grazia la ventura a una donna. La quale invenzione di Ciano
               non  fu  senza  misterio.  Imparò  la  pittura  dal  medesimo  Antonio  di
               Donnino Mazzieri, che fu fiero disegnatore et ebbe molta invenzione
               in far cavalli e paesi; et il quale dipinse di chiaro scuro il chiostro di

               Santo  Agostino  al  Monte  San  Savino,  nel  quale  fece  istorie  del
               Testamento Vecchio, che furono molto lodate. Nel Vescovado d'Arezzo
               fece la capella di San Matteo, e fra l'altre cose quando battezza un re,
               dove ritrasse tanto bene un tedesco, che par vivo. A Francesco del

               Giocondo fece dietro al coro della chiesa de' Servi di Fiorenza in una
               capella la storia de' martiri, ma si portò tanto male, che avendo oltre
               modo  perso  il  credito,  si  condusse  a  lavorare  d'ogni  cosa.  Insegnò
               anco  il  Francia  l'arte  a  un  giovane  detto  Visino,  il  quale  sarebbe

               riuscito  eccellente,  per  quello  che  si  vide,  se  non  fusse,  come
               avvenne,  morto  giovane,  et  a  molti  altri  de'  quali  non  si  farà  altra
               menzione. Fu sepolto il Francia dalla compagnia di San Giobbe in S.
               Brancazio, dirimpetto alla sua casa, l'anno 1525, e certo con molto

               dispiacere de' buoni artefici, essendo egli stato ingegnoso e pratico
               maestro, e modestissimo in tutte le sue azzioni.
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