Page 1055 - Giorgio Vasari
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principio di lui sono oggi ridotte dalle mani di Giovanni da Udine e di
               altri artefici a tanta bellezza e bontà, quanto si vede. Ma se bene il
               detto Giovanni et altri l'hanno ridotte a estrema perfezzione, non è
               però che la prima lode non sia del Morto, che fu il primo a ritrovarle e
               mettere  tutto  il  suo  studio  in  questa  sorte  di  pitture,  chiamate

               grottesche per essere elleno state trovate, per la maggior parte, nelle
               grotte  delle  rovine  di  Roma,  senza  che  ognun  sa  che  è  facile
               aggiugnere alle cose trovate.

               Seguitò nella professione delle grottesche in Fiorenza Andrea Feltrini
               detto di Cosimo, perché fu discepolo di Cosimo Rossegli per le figure,

               che le faceva acconciamente; e poi dal Morto per le grottesche, come
               s'è  ragionato,  il  quale  ebbe  dalla  natura  in  questo  genere  Andrea
               tanta invenzione e grazia, che trovò il far le fregiature maggiori e più
               copiose  e  piene,  e  che  hanno  un'altra  maniera  che  le  antiche,

               rilegandole con più ordine insieme, l'accompagnò con figure che né in
               Roma, né in altro luogo che in Fiorenza non se ne vede. Dove egli, se
               ne  lavorò  gran  quantità,  non  fu  nessuno  che  lo  passassi  mai  di
               eccellenzia in questa parte. Come si vede in Santa Croce di Fiorenza

               l'ornamento dipinto, la predella a grottesche piccole e colorite intorno
               alla Pietà che fecie Pietro Perugino allo altare de' Seristori, le quali
               son  campite  prima  di  rosso  e  nero  mescolato  insieme,  e  sopra
               rilevato  di  varii  colori,  che  son  fatte  facilmente  e  con  una  grazia  e

               fierezza grandissima. Costui cominciò a dar principio di far le facciate
               delle case e palazzi sullo intonaco della calcina mescolata con nero di
               carbon pesto o vero paglia abrucciata, che poi sopra questo intonaco
               fresco  dandovi  di  bianco,  e  disegnato  le  grottesche  con  que'

               partimenti che e' voleva sopra alcuni cartoni, spolverandogli sopra lo
               'ntonaco veniva con un ferro a graffiare sopra quello talmente, che
               quelle facciate venivan disegnate tutte da quel ferro, e poi raschiato
               il bianco de' campi di queste grottesche che rimaneva scuro, le veniva

               ombrando,  o  col  ferro  medesimo  trattegiando  con  buon  disegno.
               Tutta quella opera poi, con un acquerello liquido come acqua tinta di
               nero, l'andava ombrando: che ciò mostra una cosa bella, vaga e rica
               da vedere, che, di ciò s'è trattato di questo modo nelle teoriche al

               capitolo  26  degli  sgraffiti.  Le  prime  facciate  che  fecie  Andrea  di
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