Page 1046 - Giorgio Vasari
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Per dir ora alcuna cosa di Innocenzio da Immola, stette costui molti
anni in Fiorenza con Mariotto Albertinelli, e dopo, ritornato a Immola,
fece in quella terra molte opere. Ma persuaso finalmente dal conte
Giovambattista Bentivogli, andò a stare a Bologna; dove fra le prime
opere contrafece un quadro di Raffaello da Urbino già stato fatto al
signor Lionello da Carpi. Et ai monaci di San Michele in Bosco lavorò
nel capitolo a fresco la morte di Nostra Donna e la Ressurrezzione di
Cristo, la quale opera certo fu condotta con grandissima diligenza e
pulitezza. Fece anco nella chiesa del medesimo luogo la tavola
dell'altar maggiore, la parte disopra della quale è lavorata con buona
maniera. Ne' Servi di Bologna fece in tavola una Nunziata, et in San
Salvadore un Crucifisso e molti quadri et altre pitture per tutta la
città. Alla Viola fece per lo cardinale Ivrea tre logge in fresco, cioè in
ciascuna due storie colorite con disegni d'altri pittori, ma fatte con
diligenza. In San Iacopo fece una capella in fresco et una tavola a
olio per madonna Benozza, che non fu se non ragionevole. Ritrasse
anco oltre molti altri Francesco Alidosio cardinale, che l'ho veduto io
in Imola insieme col ritratto del cardinale Bernardino Carniale, che
ammendue sono assai begli. Fu Innocenzio persona assai modesta e
buona, onde fuggì sempre la pratica e conversazione di que' pittori
bolognesi, che erano di contraria natura. E perché si affaticava più di
quello che potevano le forze sue, amalandosi di anni cinquantasei di
febre pestilenziale, ella lo trovò sì debole et affaticato, che in pochi
giorni l'uccise. Per che essendo rimaso imperfetto, anzi quasi non ben
ben cominciato, un lavoro che avea preso a fare fuor di Bologna, lo
condusse a ottima fine, secondo che Innocenzio ordinò avanti la sua
morte, Prospero Fontana pittore bolognese. Furono l'opere di tutti i
sopradetti pittori dal MDVI infino al MDXLII. E di mano di tutti sono
disegni nel nostro libro.