Page 1043 - Giorgio Vasari
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invenzione  che  gl'altri,  come  si  può  vedere  nel  nostro  libro  in  un
               disegno, nel quale è Gesù Cristo fanciullo che disputa con i Dottori nel
               tempio, con un casamento molto ben fatto e con giudizio. Finalmente
               finì  costui  la  vita  d'anni  cinquantotto,  essendo  sempre  stato  molto
               invidiato da Amico Bolognese, uomo capriccioso e di bizzarro cervello:

               come  sono  anco  pazze,  per  dir  così,  e  capricciose,  le  figure  da  lui
               fatte per tutta Italia e particolarmente in Bologna, dove dimorò il più
               del  tempo.  E  nel  vero,  se  le  molte  fatiche  che  fece  et  i  disegni,

               fussero state durate per buona via e non a caso, egli averebbe per
               aventura passato molti, che tenghiamo rari e valent'uomini. Ma può
               tanto,  dall'altro  lato,  il  fare  assai,  che  è  impossibile  non  ritrovarne
               infra molte alcuna buona e lodevole opera, come è fra le infinite che
               fece  costui  una  facciata  di  chiaro  scuro  in  sulla  piazza  de'  Marsigli,

               nella  quale  sono  molti  quadri  di  storie,  et  un  fregio  d'animali  che
               combattono  insieme,  molto  fiero  e  ben  fatto,  e  quasi  delle  migliori
               cose che dipignesse mai. Un'altra facciata dipinse alla porta di San

               Mammolo, et a San Salvadore un fregio intorno alla capella maggiore,
               tanto  stravagante  e  pieno  di  pazzie,  che  farebbe  ridere  chi  ha  più
               voglia di piagnere. Insomma non è chiesa, né strada in Bologna, che
               non  abbia  qualche  imbratto  di  mano  di  costui.  In  Roma  ancora
               dipinse  assai;  et  a  Lucca  in  San  Friano  una  capella  con  strane  e

               bizzarre fantasie, e con alcune cose degne di lode come sono le storie
               della Croce et alcune di Santo Agostino, nelle quali sono infiniti ritratti
               di persone segnalate in quella città. E per vero dire questa fu delle

               migliori opere, che maestro Amico facesse mai a fresco, di colori. Et
               anco in San Iacopo di Bologna, all'altare di San Nicola, alcune storie
               di quel Santo, et un fregio da basso con prospettive, che meritan di
               esser lodate. Quando Carlo Quinto imperador andò a Bologna, fece
               Amico alla porta del palazzo un arco trionfale, nel quale fece Alfonso

               Lombardi le statue di rilievo. Né è maraviglia che quella d'Amico fusse
               più pratica che altro, perché si dice che, come persona astratta che
               egli era e fuor di squadra dall'altre, andò per tutta Italia disegnando e

               ritraendo  ogni  cosa  di  pittura  e  di  rilievo,  e  così  le  buone  come  le
               cattive; il che fu cagione, che egli diventò un praticaccio inventore. E
               quando  poteva  aver  cose  da  servirsene  vi  metteva  su  volentieri  le
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