Page 1026 - Giorgio Vasari
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accompagnano Cristo alla morte, soldati, farisei, cavagli, donne, putti
et i ladroni innanzi, col tenere ferma l'intenzione, come poteva essere
ordinata una giustizia simile: che ben pareva che la natura si fusse
sforzata a far l'ultime pruove sue in questa opera veramente
eccellentissima. Doppo la quale cercò egli molte volte svilupparsi di
quel paese, ancora ch'egli ben veduto vi fosse; ma la cagione della
sua dimora era una donna, da lui molti anni amata, che con sue dolci
parole e lusinghe lo riteneva. Ma pure tanto poté in lui la volontà di
rivedere Roma e gli amici, che levò dal banco una buona quantità di
danari ch'egli aveva, e risoluto al tutto, si partì.
Aveva Polidoro tenuto molto tempo un garzone di quel paese, il quale
portava maggiore amore a' danari di Polidoro, che a lui, ma per averli
così sul banco, non poté mai porvi su le mani e con essi partirsi. Per il
che caduto in un pensiero malvagio e crudele, deliberò la notte
seguente, mentre che dormiva, con alcuni suoi congiurati amici,
dargli la morte e poi partire i danari fra loro. E così in sul primo sonno
assalitolo, mentre dormiva forte, aiutato da coloro, con una fascia lo
strangolò. E poi datogli alcune ferite, lo lasciarono morto. E per
mostrare ch'essi non l'avessero fatto, lo portarono su la porta della
donna da Polidoro amata, fingendo che, o parenti, o altri in casa
l'avessero amazzato. Diede dunque il garzone buona parte de' danari
a que' ribaldi, che sì brutto eccesso avevan commesso; e quindi
fatteli partire, la mattina piangendo andò a casa un Conte, amico del
morto maestro, e raccontogli il caso; ma per diligenza che si facesse
in cercar molti di chi avesse cotal tradimento commesso, non venne
alcuna cosa a luce. Ma pure come Dio volle, avendo la natura e la
virtù a sdegno d'essere per mano della fortuna percosse, fecero a
uno, che interesso non ci aveva, dire che impossibil era che altri che
tal garzone l'avesse assassinato. Per il che il Conte gli fece por le
mani addosso, et alla tortura messolo, senza che altro martorio gli
dessero, confessò il delitto, e fu dalla giustizia condannato alle
forche, ma prima con tanaglie affocate per la strada tormentato et
ultimamente squartato.
Ma non per questo tornò la vita a Polidoro, né alla pittura si rese
quello ingegno pellegrino e veloce, che per tanti secoli non era più