Page 1007 - Giorgio Vasari
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servire quel signore; ond'egli, non meno desideroso d'acquistare fama
che facultà, partì da Vinegia, e nel suo giugner a Ferrara dal Duca fu
ricevuto con molte carezze. Ma poco dopo la sua venuta, assalito da
gravissimo affanno di petto, si pose nel letto per mezzo morto; dove,
aggravando del continuo, in tre giorni o poco più, senza potervisi
rimediare, d'anni 56 finì il corso della sua vita. Parve ciò cosa strana
al Duca e similmente agli amici di lui. E non mancò chi per molti mesi
credesse lui di veleno esser morto. Fu sepolto il corpo di Giovan
Antonio onorevolmente, e della morte sua n'increbbe a molti, et in
Vinegia specialmente. Perciò che Giovanni Antonio aveva prontezza
nel dire, era amico e compagno di molti e si dilettava della musica, e
perché aveva dato opera alle lettere latine, aveva prontezza e grazia
nel dire. Costui fece sempre le sue figure grandi, fu ricchissimo
d'invenzioni et universale in fingere bene ogni cosa; ma sopratutto fu
risoluto e prontissimo nei lavori a fresco.
Fu suo discepolo Pomponio Amalteo da S. Vito, il quale per le sue
buone qualità meritò d'esser genero del Pordenone. Il quale
Pomponio, seguitando sempre il suo maestro nelle cose dell'arte, si è
portato molto bene in tutte le sue opere, come si può vedere in Udine
nei portigli degl'organi nuovi, dipinti a olio. Sopra i quali nella faccia
di fuori è Cristo che caccia i negozianti del tempio, e dentro è la
storia della probatica piscina con la resurrezione di Lazzero. Nella
chiesa di S. Francesco della medesima città è di mano del medesimo
in una tavola a olio un S. Francesco che riceve le stimmate, con
alcuni paesi bellissimi, et un levare di sole che manda fuori di mezzo
a certi razzi lucidissimi il serafico lume, che passa le mani, i piedi et il
costato a San Francesco; il quale, stando ginocchioni divotamente e
pieno d'amore, lo riceve, mentre il compagno si sta posato in terra in
iscorto tutto pieno di stupore. Dipinse ancora in fresco Pomponio ai
frati della Vigna, in testa del reffettorio, Gesù Cristo in mezzo ai due
discepoli in Emaus. Nel castello di S. Vito sua patria, lontano da Udine
venti miglia, dipinse a fresco nella chiesa di S. Maria la capella di
detta Madonna, con tanto bella maniera e sodisfazzione d'ognuno,
che ha meritato dal reverendissimo cardinale Maria Grimani, patriarca
d'Aquileia e signor di S. Vito, esser fatto de' nobili di quel luogo.