Page 1003 - Giorgio Vasari
P. 1003
bello ingegno et inclinato alla pittura, si diede senza altro maestro a
studiare le cose naturali, imitando il fare di Giorgione da Castelfranco,
per essergli piaciuta assai quella maniera da lui veduta molte volte in
Venezia. Avendo dunque costui apparato i principii dell'arte, fu
forzato, per campare la vita da una mortalità venuta nella sua patria,
cansarsi. E così, trattenendosi molti mesi in contado, lavorò per molti
contadini diverse opere in fresco, facendo a spese loro esperimento
del colorire sopra la calcina; onde avvenne, perché il più sicuro e
miglior modo d'imparar è nella pratica e nel far assai, che si fece in
quella sorte di lavoro pratico e giudizioso; et imparò a fare che i
colori, quando si lavorano molli, per amor del bianco, che secca la
calcina e rischiara tanto che guasta ogni dolcezza, facessero quello
effetto che altri vuole. E così conosciuta la natura de' colori, et
imparato con lunga pratica a lavorar benissimo in fresco, si ritornò a
Udine, dove nel convento di S. Pier Martire fece all'altar della
Nunziata una tavola a olio, dentrovi la Nostra Donna quando è
salutata dall'angelo Gabriello; e nell'aria fece un Dio Padre, che
circondato da molti putti, manda lo Spirito Santo. Questa opera, che
è lavorata con disegno, grazia, vivezza e rilievo, è da gl'artefici
intendenti tenuti la miglior opera che mai facesse costui. Nel Duomo
della detta città fece pur a olio nel pergamo dell'organo sotto i
portegli già dipinti da Pellegrino, una storia di S. Ermacora e
Fortunato piena di leggiadria e disegno. Nella città medesima, per
farsi amici i signori Tinghi, dipinse a fresco la facciata del palazzo
loro. Nella quale opera, per farsi conoscere e mostrare quanto
valesse nell'invenzioni d'architettura e nel lavorar a fresco, fece alcuni
spartimenti et ordini di varii ornamenti pieni di figure in nicchie; et in
tre vani grandi, posti in mezzo di quello, fece storie di figure colorite,
cioè due stretti et alti dalle bande, et uno di forma quadra nel mezzo.
Et in questo fece una colonna corinta, posata col suo basamento in
mare, alla destra della quale è una sirena, che tiene in piedi ritta la
colonna, et alla sinistra Nettuno ignudo, che la regge dall'altra parte.
E sopra il capitello di detta colonna è un capello da cardinali,
impresa, per quanto si dice, di Pompeo Colonna, che era amicissimo
dei signori di quel palazzo. Negl'altri due quadri sono i giganti