Page 1005 - Giorgio Vasari
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particolare un Curzio a cavallo in iscorto, che pare tutto tondo e di
               rilievo; sì come è anco un Mercurio, che vola in aria per ogni lato,
               oltre  a  molte  altre  cose  tutte  ingegnose.  La  quale  opera  piacque
               sopra  modo  a  tutta  la  città  di  Vinezia,  e  fu  perciò  Pordenone  più
               lodato  che  altro  uomo  mai  in  quella  città  avesse  insino  allora

               lavorato.  Ma  fra  l'altre  cose  che  fecero  a  costui  mettere  incredibile
               studio  in  tutte  le  sue  opere,  fu  la  concorrenza  dell'eccellentissimo
               Tiziano;  perché  mettendosi  a  garreggiare  seco,  si  prometteva

               mediante  un  continuo  studio  e  fiero  modo  di  lavorare  a  fresco  con
               prestezza,  levargli  di  mano  quella  grandezza  che  Tiziano  con  tante
               belle opere si avea acquistato, aggiugnendo alle cose dell'arte anco
               modi  straordinarii  mediante  l'esser  affabile  e  cortese,  e  praticar
               continuamente  a  bella  posta  con  uomini  grandi,  col  suo  essere

               universale e mettere mano in ogni cosa. E di vero questa concorrenza
               gli fu di giovamento, perché ella gli fece mettere in tutte l'opere quel
               maggiore  studio  e  diligenza  che  potette,  onde  riuscirono  degne

               d'eterna lode. Per queste cagioni adunque gli fu dai soprastanti di S.
               Rocco data a dipignere in fresco la capella di quella chiesa con tutta
               la  tribuna.  Perché  messovi  mano,  fece  in  quest'opera  un  Dio  Padre
               nella  tribuna  et  una  infinità  di  fanciulli  che  da  esso  si  partono  con
               belle  e  variate  attitudini.  Nel  fregio  della  detta  tribuna,  fece  otto

               figure del Testamento Vecchio, e negl'angoli i quattro Evangelisti, e
               sopra  l'altar  maggiore  la  Trasfigurazione  di  Cristo,  e  ne'  due  mezzi
               tondi  dalle  bande  sono  i  quattro  Dottori  della  Chiesa.  Di  mano  del

               medesimo sono a mezza la chiesa due quadri grandi: in uno è Cristo
               che risana una infinità d'infermi, molto ben fatti, e nell'altra è un San
               Cristoforo che ha Gesù Cristo sopra le spalle. Nel tabernacolo di legno
               di detta chiesa, dove si conservano l'argenterie, fece un S. Martino a
               cavallo  con  molti  poveri  che  porgono  voti  sotto  una  prospettiva.

               Questa  opera,  che  fu  lodatissima,  e  gli  acquistò  onore  et  utile,  fu
               cagione che Messer Iacopo Soranzo, fattosi amico e dimestico suo, gli
               fece allogare a concorrenza di Tiziano la sala de' Pregai, nella quale

               fece  molti  quadri  di  figure  che  scortano  al  disotto  in  su,  che  sono
               bellissime;  e  similmente  un  fregio  di  mostri  marini  lavorati  a  olio
               intorno  a  detta  sala.  Le  quali  cose  lo  renderono  tanto  caro  a  quel
               Senato, che mentre visse ebbe sempre da loro onorata provisione. E
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