Page 2196 - Shakespeare - Vol. 4
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«Oh tu, occasione, grande è la tua colpa!
               Tu inviti il traditore al tradimento,
               tu fai incontrare il lupo con l’agnello;
               indichi l’ora a chi trama il delitto,

               spregiando legge ed equità e ragione;
               nella tua oscura cella sta il peccato,
               pronto a ghermire l’anima che passa.



               «Tu fai violare il voto alla vestale;

               se castità si scioglie attizzi il fuoco;
               tu fedeltà e virtù soffochi e ammazzi,
               tu complice e ruffiana rinomata!
               Tu estirpi lode e pianti maldicenza:
               sei tu che stupri e che tradisci e rubi!

               Tu miele in fiele, gioia in pena muti.



               «Si svela infamia il tuo piacere occulto,
               digiuno generale il tuo festino,
               onta i tuoi titoli ampollosi,
               amaro assenzio la tua dolce lingua;

               violenta vanità presto svanita.
               Vile occasione, essendo tu malvagia,
               perché tanta è la turba che ti insegue?



               «Quando, amica dell’umile che implora,

               farai sì che l’istanza sia esaudita?
               Quando farai cessare i lunghi affanni,
               o l’anima in catene scioglierai?
               Quand’è che curerai infermi e afflitti?

               Ti implora il cieco, il povero, lo zoppo,
               ma senza mai incontrare l’occasione.



               «L’infermo muore ed il medico dorme;
               l’orfano langue e l’oppressore è sazio;
               piange la vedova e il giudice fa festa;

               la cura fa baldoria e il morbo cresce.
               Per atti di pietà non trovi il tempo;
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