Page 2177 - Shakespeare - Vol. 4
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temendo male nuove dalla guerra
dove si trova il caro Collatino.
Che colori le dava la paura!
Rosso di rose sopra un lino bianco,
e poi il bianco del lino, senza rose.
«Come tremava di fedel paura
la mano sua racchiusa nella mia!
Com’era triste e le batteva il cuore
finch’ebbe udito del marito salvo!
Al che sorrise tanto dolcemente
che, se l’avesse vista, mai Narciso
per amar sé si sarebbe annegato.
«Perché dunque cercar scuse o pretesti?
L’orator tace se bellezza arringa.
Di lievi colpe pentansi i meschini,
nel cuor che teme l’ombre amor non cresce.
Passion m’è capitano, che comandi;
quando il vessillo suo sgargiante spiega
anche il codardo impavido combatte.
«Basta dispute e timori da bambini!
Prudente e ragionevole sia il vecchio!
Non contrasterà mai il mio cuore l’occhio:
s’attardi il saggio in pause e riflessioni;
la gioventù caccia di scena i vecchi.
Pilota m’è il desio, bellezza il premio;
chi temerà affogar per tal tesoro?»
Come le erbacce soffocano il grano,
così fa la lussuria col timore.
Attento a ogni rumore ora si muove,
pieno d’immonda speme e di sospetto;
che, come i servitori dell’ingiusto,
lo inducono in opposte direzioni,
ora alla pace ed ora all’invasione.