Page 2152 - Shakespeare - Vol. 4
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«Così tu stesso annienterai te stesso,
ch’è peggio che causar guerra civile,
peggio del suicidio disperato,
peggio che macellare il proprio figlio.
L’oro nascosto ruggine divora,
ma l’oro usato genera altro oro».
«Eh no», fa Adone, «ricominci ancora
coi tuoi discorsi inutili e ritriti? 45
Invano t’ho baciato, e invano lotti
con la corrente. Per la notte nera
che nutre turpi brame, più tu insisti
col tuo trattato, e meno io ti amo!
«Ti desse amore ventimila lingue,
ciascuna più suadente della tua,
con più malia di un canto di sirene,
sarei comunque sordo a ogni tuo incanto;
ho un cuore armato a guardia dell’orecchio,
e non c’è adescamento che entrerà;
«che un’armonia sleale non s’insinui
dentro al recinto quieto del mio petto,
e il cuoricino mio, scosso, non resti
insonne nella sua stanza da letto;
non vuol gemere il cuore, mia signora,
ma dormir sodo, e dormir da solo.
«Che adduci ch’io non possa confutare?
La via che porta al vizio è sempre piana;
non odio amor, ma i trucchi di un amore
che accorda abbracci ad ogni sconosciuto.
Lo fai per procreare: oh strana scusa,
se ragione è ruffiana di lussuria!
«Non dirlo amore: esso è volato in cielo
poi che ne usurpa il nome foia in terra,