Page 2149 - Shakespeare - Vol. 4
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«Se solo a immaginarlo già ne tremo,
cosa farei, vedendolo davvero?
Solo al pensarlo sanguina il mio cuore,
e il panico gli insegna a divinare;
dolor mio vivo, ti predico morte,
se tu domani incontrerai il cinghiale.
«Se proprio vuoi cacciare, almeno ascolta:
segua la muta la codarda lepre, 39
o la volpe che vive con l’astuzia,
o il capriolo che fugge da ogni incontro:
insegui queste timide creature,
e sul tuo buon cavallo tienti ai cani.
«Stanato il lepre dalla vista corta,
guarda il meschino, come per sfuggire
alla minaccia corre più del vento,
e quanto accorto gira e incrocia e svolta:
bucando siepi traccia un labirinto
con cui disorientare il suo nemico.
«A volte si precipita in un gregge,
che il cane astuto perda la sua traccia,
ed altre tra le tane dei conigli,
che cessino i latrati della muta;
o a un branco di cervi si accompagna:
paura e rischio aguzzano l’ingegno.
«Ch’essendo misto ad altri ora il suo odore,
il cane ansante dubita del fiuto,
e finché con gran pena non distingue
chiaro l’errore, cessa di latrare.
Allora ricomincia, eco risponde,
e par che in cielo ci sia un’altra caccia;
«mentre il leprotto, in cima a una collina,
si rizza su due zampe e ascolta intento