Page 2142 - Shakespeare - Vol. 4
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dalla distilleria del tuo bel volto
               viene un profumo che innamora il naso.



               «Ma che banchetto mai saresti al gusto,
               se fosse d’alimento agli altri quattro!           32
               La festa non vorrebbero essi eterna,

               con il sospetto chiuso a chiave fuori,
               che, ospite amaro, gelosia non abbia
               ad insinuarsi e rovinar la festa?»



               La porta di rubino ancora s’apre,
               già dolce passo alla di lui favella;

               così la rossa aurora sempre annuncia
               naufragio ai marinai, tempesta ai campi,
               strazio ai pastori, pena per gli uccelli,

               burrasca per le mandrie ed i mandriani.



               Intende ella il presagio di sventura:
               come si tace il vento anzi la pioggia,
               il lupo ghigna prima di latrare,
               s’apre la bacca prima di macchiare,

               così, mortale palla di moschetto,
               lui la colpisce prima di parlare.



               Ed al suo sguardo cade stesa a terra,
               ché sguardo amore uccide e amor ravviva:
               cura un sorriso il male che fa un broncio,

               se s’arricchisce amor, beato il fallito!          33
               La crede morta, quel fanciullo sciocco,
               le batte il viso ed esso torna rosso.



               Tralascia, preoccupato, il primo intento,

               ch’era di rimbrottarla acerbamente:
               amore, astuto, lo impedisce; possa
               fruttarle la difesa, ché sull’erba
               giace la dea come se fosse morta,
               finché il fiato di lui non la ravvivi.
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