Page 2138 - Shakespeare - Vol. 4
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le natiche in sudore ombreggia fresca;
e pesta, e irato morsica le mosche.
L’amore suo, vedendolo infuriato,
s’ingentilisce, e a lui la furia scema.
Stizzito, Adone cerca d’afferrarlo,
ma la giumenta indomita, impaurita,
temendo d’esser presa ratta fugge;
dietro il cavallo, e Adone resta lì.
Si gettan come pazzi dentro il bosco,
non ce la fanno i corvi a superarli.
Si siede Adone, tutto gonfio d’ira,
e maledice la riottosa bestia;
ed ecco il tempo è adatto perché a Amore
la supplica sia alfine ora esaudita.
Triplice torto ha il cuor, dicon gli amanti,
se l’uso della lingua gli è proibito.
Siccome forno chiuso vieppiù brucia,
e più s’adira il fiume se bloccato,
così anche per la pena se nascosta:
parlare calma il fuoco dell’amore;
ma se del cuore è muto l’avvocato, 27
il caso del cliente è disperato.
La vede farsi appresso, e già s’arrossa,
come dal vento riattizzata brace.
Nasconde col cappello il ciglio irato,
fissa la terra tutto perturbato,
manco s’accorge ch’è così vicina,
tanto sottecchi e di nascosto guarda.
Oh, che spettacolo osservarla farsi
appresso a quel testardo di fanciullo,
veder sul viso suo le tinte in guerra,
di volta in volta il rosso e il bianco vinto! 28