Page 1901 - Shakespeare - Vol. 4
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               Ahimè, è vero, ho errato qua e là

               e fatto di me stesso un buffone da teatro,
               ho trafitto i miei pensieri, deprezzato sentimenti,
               e per nuove sensazioni offeso vecchi affetti.
               È ancor più vero che guardai la fedeltà

               con sospetto e distacco; ma per il cielo,
               questo fuorviare diede al mio cuore nuova giovinezza
               e i peggiori incontri ti confermaron mio supremo amore.
               Or tutto è passato, abbi quanto non avrà mai fine:

               mai più vorrò acuire questa voglia mia d’amore
               con esperienze nuove per provare un vecchio amico,
               un dio in amore, al quale son devoto.
                               Lascia ch’io dunque torni al cielo mio migliore,

                               l’ambito cuore tuo, puro e generoso.
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