Page 1904 - Shakespeare - Vol. 4
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               Da quando ti ho lasciato, la mia vista è in cuore

               e l’occhio che dirigere dovrebbe ogni mio passo,
               si distoglie dal suo compito ed è in parte cieco,
               crede di vedere, ma in realtà è spento:
               perché non trasmette al cuore alcuna immagine

               di uccelli, fiori o forme che esso scorge,
               né partecipa alla mente il suo fugace sguardo,
               né trattiene la sua vista quel che percepisce:
               sia che esso veda cose rozze o delicate,

               la più dolce effigie o l’esser più deforme,
               la montagna o il mare, il giorno o la notte,
               il corvo o la colomba, tutto ei foggia a tua sembianza.
                               Non sapendo far di più, di te soltanto colmo,

                               il mio devoto cuore mi costringe ad esser falso.
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