Page 1902 - Shakespeare - Vol. 4
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Per amor, ti prego, rimprovera la Fortuna,
divinità colpevole di ogni mia mala azione,
che meglio non provvide alla mia vita
se non con rozzi mezzi che insegnan rozze maniere.
Da questo viene il marchio che il mio nome impronta,
e per questo la mia natura si è quasi degradata
nel fare il suo lavoro, come la mano del tintore:
abbi quindi pietà di me e fa’ che mi rinnovi.
Intanto io berrò, qual docile paziente,
dosi di aceto contro la mia sventura:
nessuna amarezza sarà per me troppo amara
né doppia punizione per correggermi due volte.
Abbi dunque pietà di me, caro amico, e ti assicuro
che anche la tua pietà è abbastanza per guarirmi.