Page 1899 - Shakespeare - Vol. 4
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V’è altro nel cervello che inchiostro possa scrivere
che il mio sincero spirito non ti abbia dedicato?
Che dir ancor di nuovo, che resta ancor da offrire
per esprimere il mio amore o il tuo prezioso merito?
Nulla, caro giovane; ma come in sante preci, ancor
devo ripetere ogni giorno le stesse cose,
non sentendo vecchio il vecchio dir, tu mio, io tuo,
come la prima volta che venerai il tuo nome.
Così quell’eterno amore in rinnovata veste,
non dà peso alla polvere e al logorìo del tempo
né concede spazio alle implacabili rughe,
ma costringe vecchiaia a sua perenne schiava,
trovando il primo concetto d’amor perpetuato
dove tempo e apparenza lo penserebbero distrutto.