Page 1898 - Shakespeare - Vol. 4
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Né le mie paure, né lo spirito profetico
del mondo intero pronosticante l’avvenire,
possono fissare la durata del mio devoto amore
ritenuto condannato a inevitabil fine.
La luna mortale ha superato la sua eclissi
e i cupi veggenti ridon dei lor presagi;
le incertezze or si coronan di certezze
e pace proclama ulivi imperituri.
Con l’effluvio di questo tempo or più sereno
il mio affetto appar rinato e Morte mi soggiace,
giacché, a scorno suo, vivrò sempre nei miei versi,
mentre essa infierirà su ottusi ed incapaci,
e tu in questi troverai il tuo monumento,
quando corone di tiranni e bronzee tombe saran consunte.