Page 1894 - Shakespeare - Vol. 4
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               Ahimè, che povertà diffonde l’arida mia Musa

               pur avendo larga fonte per mostrar il suo talento:
               ha maggior valore il soggetto nel suo ignudo
               di quando è adorno del mio aggiunto elogio.
               No, non biasimarmi se non so più scrivere!

               Guarda nel tuo specchio e ti apparirà un volto
               che di gran lunga supera questa fiacca vena
               che annebbia i miei versi e mi dà discredito.
               Non sarebbe un peccato, per volerlo migliorare,

               guastare il soggetto che prima era stupendo?
               Perché i miei versi ad altro non aspirano
               che a cantar le tue grazie e le tue doti.
                               E più, molto di più di quanto il mio verso esprima,

                               te lo dice il tuo specchio quando ti guardi in esso.
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