Page 1891 - Shakespeare - Vol. 4
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               Dove sei, mia Musa, che da lungo tempo oblii

               di cantare chi ti dona tutta la tua possanza?
               Consumi il tuo fervore in canti senza pregio
               bruciando la tua vena per dar luce a temi indegni?
               Ritorna, o smemorata, e subito riscatta

               con accurati metri il tempo che hai sprecato;
               canta all’orecchio che apprezza le tue rime
               e dona alla tua penna ispirazione e ardore.
               Sorgi, torpida Musa, scruta il dolce viso del mio amore

               per veder se il Tempo vi ha scolpito qualche ruga;
               se ne trovi, sii tu satira della decadenza
               e rendi disprezzata ogni razzia del Tempo.
                               Da’ fama all’amor mio pria che lo falci il Tempo

                               così potrai preceder la sua perversa lama.
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